Lunedì 29 Aprile 2024

Germania, boom di conversioni al cristianesimo tra gli immigrati

"Profughi via dall'Islam per l'asilo". Chi si converte non può essere rimpatriato: rischierebbe la morte

Migranti (AFP)

Migranti (AFP)

Roma, 13 maggio 2016 - Quanto vale un esame per dimostrare che si ha fede? Eppure è la sola strada che la Germania può imboccare, per fronteggiare l’aumento delle conversioni al cristianesimo chieste dai migranti islamici che raggiungono la terra teutonica, dopo la storica apertura di Angela Merkel. Il dubbio che attraversa le Chiese protestanti tedesche è lo stesso che è ben radicato nella mente dei funzionari statali: potrebbero essere conversioni di comodo, per ottenere lo status di rifugiato e quindi l’asilo.

Peccando di apostasia, infatti, i neocristiani rischierebbero – tornando in paesi come Iran e Afghanistan – anche la pena di morte. Il battesimo come passaporto, insomma, ora che la politica dei muri sta rendendo l’Europa centrale un flipper sulle sui sponde, avvolte di filo spinato, rimbalzano profughi e migranti fino a tornare al punto di partenza, in Medio Oriente.

I numeri parlano chiaro, e li ha raccolti il settimanale Stern : ad Amburgo, la Comunità evangelica iraniana ha battezzato in questi primi cinque mesi del 2016 ben 196 musulmani, e si prevede di arrivare a 500 entro la fine dell’anno. Il rito avviene per immersione in grandi piscine. A Berlino, la chiesa evangelica luterana della Santissima Trinità ha battezzato 185 rifugiati nel 2015, e i corsi di catechismo organizzati per quest’anno sono pieni. In altri centri della Germania si registrano fenomeni analoghi. "Conversioni di comodo? Possibile, ma ci stiamo attenti - ha spiegato a Stern il pastore Albert Babajan, della chiesa evangelica iraniana di Amburgo – il percorso di preparazione per il candidato è lungo e non è semplice. I corsi biblici durano mesi. E poi i neocristiani finiscono emarginati nelle loro stesse famiglie, e minacciati dai connazionali. Alcuni vengono a messa in tuta, perché uscendo di casa per recarsi in chiesa dicono a parenti e conoscenti di andare a fare jogging. Non è una scelta facile. Certo, ci sono anche i furbi che puntano a conversioni di comodo: a molti ho negato il battesimo. E da loro, dopo, ricevo anche minacce". Ma se non è per finta, come mai tante conversioni da un anno a questa parte? "Molti si dicono delusi dall’Islam – risponde Babajan – Affermano che nell’Islam hanno sempre vissuto nella paura: paura di Dio, del peccato e della punizione, e che in Cristo hanno invece scoperto il volto di un Dio d’amore".

Ma lo Stato tedesco vuole vederci chiaro. La conversione, di per sè, non elimina per legge il rischio di rimpatrio: l’asilo per questioni religiose è automatico solo per chi era cristiano, e minacciato, già prima di lasciare il paese d’origine. Con rigore tutto tedesco, la Germania chiede garanzie alla frotta dei nuovi adepti fulminati sulla via di Damasco, o meglio di Berlino. In qualche caso, serve la firma di trenta membri tedeschi della comunità cristiana alla quale apparterrà il candidato. Per non parlare dei ‘test di fede’ a cui sono sottoposti i migranti neocristiani che chiedono asilo: una sfilza di domande tipo "quanti giorni intercorrono fra Pasqua e Pentecoste", o "quali sono i dieci comandamenti".

Le chiese sono contrarie: "Roba che non dimostra nulla – si arrabbia Babajan – io chiedo piuttosto in che modo la fede cristiana ha cambiato il loro modo di pensare e la loro visione del mondo". Per il pastore berlinese Martens, "è problematico che l’attività principale della Chiesa sia sottoposta agli organismi governativi. Come se fossimo giudicati non abbastanza attenti nel somministrare un sacramento". La Chiesa protestante tedesca si è dotata di una serie di linee guida che dovrebbero aiutare i pastori ad affrontare il fenomeno delle conversioni in modo responsabile. Con la dovuta cautela, però: perché "molti uomini proclamano la propria bontà; ma un uomo fedele chi lo troverà?" (Proverbi 20,6).