Martedì 30 Aprile 2024

Svizzera, cartello choc sugli ebrei in un hotel. La replica dell'albergo

Israele chiede le scuse ufficiali del governo elvetico

Cartello choc sugli ebrei in un hotel svizzero

Cartello choc sugli ebrei in un hotel svizzero

Ginevra, 15 agosto 2017 - Bufera su un hotel di Arosa, in Svizzera, per un cartello sugli ebrei. "I nostri clienti ebrei, donne, uomini e bambini, sono pregati di fare la doccia prima del bagno - si legge all'ingresso della piscina dell'albergo -. Se non rispetterete questa regola saremo costretti a escludervi dalla piscina". La scritta - fotografata e pubblicata sui social - è diventata virale in poche ore. Un altro cartello affisso sul frigorifero dell'albergo, rivolgendosi sempre ai clienti di religione ebraica, molto numerosi da anni nell'albergo svizzero e provenienti da Regno Unito, Stati Uniti e dalla stessa Israele, chiarisce che che "i nostri clienti ebrei hanno accesso al frigorifero solo dalle 10 alle 11 e dalle 16,30 alle 17,30. Speriamo comprendiate che il nostro personale non può essere disturbato senza sosta".  

I gestori dell'Aparthaus Paradies, che si trova nel villaggio di Arosa, nelle Alpi svizzere, sono finiti nell'occhio del ciclone.  La direttrice dell'albergo, citata dal quotidiano svizzero di lingua tedesca Blick, ha confermato che i cartelli sono stati affissi e poi ritirati, ma nega che si sia trattato di un atto di antisemitismo: "Al momento abbiamo molti clienti ebrei e abbiamo notato che alcuni fanno il bagno in piscina senza prima fare la doccia. Altri clienti mi hanno chiesto di fare qualcosa e ho scritto un po' ingenuamente questi cartelli, avrei fatto meglio a rivolgermi a tutti i clienti in generale", aggiunge. Ma in tanti, sui social e non solo, hanno chiesto la chiusura dell'hotel. Tra questi l'autorevole centro Simon Wiesenthal. Sulla piattaforma change.org è stata lanciata una petizione per chiedere all'hotel di porre fine al "loro vergognoso antisemitismo" e di "chiudere l'Aparthaus Paradies di Arosa" se l'hotel "non cambierà atteggiamento in relazione ai clienti ebrei, che devono essere trattati come tutti gli altri ospiti".

I TESTIMONI - Una famiglia israeliana che si è accorta dei cartelli ha raccontato la storia all'emittente israeliana Channel 2: all'arrivo "abbiamo detto (alla direttrice ndr.) che siamo ebrei e lei ci ha detto che in questo periodo arrivano molti ebrei; ci ha dato tutto quello che ci serviva per il bambino" ma "non le abbiamo detto niente perché non volevamo cominciare una lite", ha dichiarato il padre.

INCIDENTE DIPLOMATICO - La vicenda ha suscitato clamore in tutta Europa e non solo, tanto da far muovere addirittura Israele che ha chiesto le scuse ufficiali del governo elvetico. Il ministro degli Esteri svizzero, in un comunicato, ha fatto sapere che la Svizzera "condanna il razzismo, l'antisemitismo e ogni tipo di discriminazione". Il centro Simon Wiesenthal ha chiesto di "chiudere l'hotel dell'odio e punire la sua direzione", facendo appello a Booking.com di ritirare l'Aparthaus Paradies dalle sue proposte e metterlo su "una lista nera".