Giovedì 25 Aprile 2024

Proteste Hong Kong, Twitter e Fb chiudono falsi profili: "Così la Cina smorza il dissenso"

Intanto i dimostranti cercano di aggirare i controlli della polizia con app, Tinder e Pokemon

Proteste a Hong Kong (Ansa)

Proteste a Hong Kong (Ansa)

Hong Kong, 19 agosto 2019 - Le proteste a Hong Kong si fanno social. Secondo un reportage del quotidiano tedesco Bild, i giovani dell'ex protettorato britannico utilizzano app e giochi virtuali per organizzare le manifestazioni contro il governo cinese e, in particolare, la legge sulle estradizioni. Tra queste spunta la nota app di incontri Tinder, utilizzata per diffondere informazioni sulle dimostrazioni e aggirare i controlli della polizia. "È qui che invio messaggi per pubblicizzare le iniziative e fissare i cortei", dichiara Kim, una giovane dimostrante di 22 anni.

Ma non solo Tinder. “A inizio agosto - riferisce la ragazza alla Bild - le autorità proibirono una manifestazione, ma i dimostranti si incontrarono lo stesso fingendo di dover giocare insieme a Pokemon Go (noto gioco online, ndr). Utilizziamo tutte le possibilità che abbiamo - prosegue la giovane -, dobbiamo essere più furbi del governo e della polizia, altrimenti non abbiamo alcuna chance di vittoria".

Twitter e Facebook bloccano intanto la propaganda cinese contro le proteste a Hong Kong. I due social sospendono falsi account originati in Cina e che avevano nel mirino le manifestazioni pacifiche con l'obiettivo di "seminare discordia". Gli account infatti sostenevano che i manifestanti agivano in modo violento, paragonandoli a combattenti dell'Isis. Facebook ha rimosso sette pagine, tre gruppi e cinque account di disinformazione, mentre Twitter ha bloccato 936 account.

Ormai le proteste proseguono da oltre due mesi. Ieri nonostante la pioggia decine di migliaia di persone (1,7 milioni secondo gli organizzatori) sono scese in piazza per chiedere le dimissioni della governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, elezioni democratiche con suffragio universale e un’indagine indipendente sui metodi definiti "brutali" della polizia. Pechino, che ritiene le manifestazioni un tentativo di minare la sovranità nazionale, ha annunciato in risposta di voler procedere all’integrazione della provincia del Guandong (Macao, Hong Kong, Shenzhen). Secondo il Partito Comunista cinese, l’intera area diventerà una dimostrazione del socialismo e contribuirà alla concretizzazione del "sogno cinese di rinnovamento nazionale". Così si legge in un documento pubblicato dal Comitato Centrale del Partito Comunista.