Un’ondata di violenze senza precedenti, risultato dell’azione di bande criminali determinate a generare caos, ha travolto l’Ecuador arrivando a metterne in pericolo la stabilità democratica e costringendo il presidente Daniel Noboa a reagire con l’introduzione dello stato di emergenza e una dichiarazione di "conflitto armato interno". I morti sarebbero 13, mentre si segnalano numerosi feriti e l’arresto di almeno 70 persone. Le immagini diffuse da tv e social – fra cui quelle di un assalto di individui dal volto coperto al canale TC Television di Guayaquil con giornalisti in ginocchio (nella foto) che implorano di non essere uccisi e dei cadaveri abbandonati nelle strade – hanno scosso l’opinione pubblica e preoccupato la comunità internazionale. Usa, Spagna e Italia hanno manifestato la loro solidarietà all’Ecuador, mentre la Cina ha chiuso l’ambasciata. Le misure eccezionali disposte dal governo, con il dispiegamento nelle strade dei soldati, sono giunte dopo la fuga dal carcere del narcotrafficante e leader di ‘Los Chineros’, Adolfo Macías, alias Fito. Subito hanno provocato una violenta reazione dei gruppi criminali, con rivolte nelle carceri, presa di ostaggi, attacchi, incendi, omicidi e sequestri.
EsteriGuerra contro i narcos. Caos e morti in Ecuador