Vienna, 30 settembre 2024 – L’Austria ha scelto l’estrema destra: le elezioni parlamentari di ieri hanno portato alla vittoria del Partito della libertà guidato da Herbet Kickl, ex ministro dell’Interno tra il 2017 e il 2019. La sua lista ha convinto il 29,2% degli elettori che si sono recati alle urne, aumentando il proprio consenso del 13% rispetto alle scorse urne. Al secondo e al terzo posto, le forze di governo: il Partito popolare del cancelliere uscente Karl Nehammer al 26,48% e il Partito Socialdemocratico al 21,05%.
Non è tuttavia detto che Kickl diventi il prossimo cancelliere: per governare serve infatti il supporto di 92 parlamentari, mentre il Partito della libertà può contare solo su 58 eletti. L’attuale coalizione di governo uscente, che comprende anche i Verdi, ha confermato invece 108 deputati. Si attendono quindi le consultazioni.
Destra estrema, ma ‘istituzionale’
Si tratta di una vittoria storica: è la prima volta che un partito di estrema destra vince le elezioni in Austria. Tuttavia, contestualizzando la storia politica del Paese alpino, non si tratta di una svolta assimilabile a quella di Alternative fur Deutschland in Germania: il Partito della libertà è stato fondato nel lontano 1956, dall’ex ministro dell’Agricoltura nazista ed Ss Anton Reinthaller. Ha preso parte per la prima volta a una coalizione di governo nel 1983, rimanendo al governo fino al 1986. Ha fatto parte della maggioranza anche tra il 1999 e il 2005 e tra il 2017 e il 2019. Inoltre, nel 2016, il candidato del Partito della libertà alla presidenza della repubblica, Norbert Hofer, ha perso per un soffio. Insomma, si tratta di una forza più ‘istituzionale’ rispetto al principale partito di estrema destra in Germania.
Chi è Herbert Kickl
Herbert Kickl è nato nel 1968 in una famiglia operaia della Carinzia. Ha frequentato il liceo nella cittadina di Spittal an der Drau, avendo curiosamente come compagna di scuola la futura leader dei Verdi Eva Glawischnig. Dopo due percorsi universitari non conclusi – in filosofia e scienza politiche, nel 1995 Kickl ha cominciato a lavorare per il Partito della libertà, occupandosi di strategia e contenuti. Nel 2002 è stato nominato direttore esecutivo, curando le varie campagne elettorali, tra cui quella particolarmente contestata per l’assemblea regionale di Vienna: lo slogan scelto era “Sangue viennese – Troppi stranieri non fanno bene a nessuno”. E’ stato eletto per la prima volta in parlamento nel 2006.
Nel 2017 è stato nominato ministro dell’Interno nel governo guidato dal popolare Sebastian Kurz: durante il suo mandato è stato criticato per l’inerzia nell’affrontare le più importanti problematiche del Paese; molti detrattori sostenevano che si atteggiasse come se fosse ancora all’opposizione. Nel 2018, Kickl ha sospeso il capo dell’Ufficio per la protezione della costituzione, ordinando il sequestro di 19 GB di file del suo staff. L’opposizione ha additato l’operazione come un tentativo d proteggere i gruppi di estrema destra vicini al Partito della libertà. Nel 2019, si è chiamato a favore della detenzione preventiva dei richiedenti asilo considerati come potenziali rischi per la sicurezza nazionale. Durante il mandato ha più volte tentato di accelerare i processi di espulsione degli immigrati che hanno compiuto crimini.
Kickl è diventato il primo ministro ad essere ‘licenziato’ dal presidente della repubblica, su indicazione del cancelliere Kurz. Questo a seguito di uno scandalo sui legami tra il Partito della libertà e la Russia: il capo del governo riteneva sconveniente far partire un’indagine mentre il ministro dell’Interno era il leader del partito indagato, con il rischio che potesse dunque influenzare gli inquirenti.
Kickl è diventato leader del partito nel 2021, unico candidato alla successione di Hofer.
Le posizioni
Kickl e il Partito della libertà hanno posizioni critiche sull’immigrazione e sul multiculturalismo. Lo stesso leader ha affermato più volte che l’Islam non abbia posto in Europa, suggerendo persino che l’Austria dovrebbe uscire dagli accordi internazionali sui diritti umani in quanto “limitano dal fare cosa è necessario”. Il suo obiettivo è rendere le leggi sull’asilo politico così restrittive da impedire virtualmente a chiunque di ricorrervi.
Kickl è ritenuto vicino alla Russia e a Vladimir Putin: è contrario all’invio di aiuti all’Ucraina e favorevole alla fine delle sanzioni su Mosca. Dopo essersi schierato contro l’ingresso di rifugiati ucraini nel Paese, ha anche abbandonato l’aula del parlamento durante un discorso del leader di Kiev Volodymyr Zelensky.
Herbert Kickl ha dichiarato l’obbligo vaccinale contro il Covid come un “apartheid sanitario” e si è rifiutato di indossare la mascherina nell’aula parlamentare.