Domenica 13 Aprile 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Corea del Sud nel caos. Il presidente verso l’addio. Scaricato anche dallo staff

Dopo la legge marziale e l’immediato dietrofront domani si vota l’impeachment. La protesta non risparmia nemmeno la first lady per una lussuosa borsa in regalo.

Dopo la legge marziale e l’immediato dietrofront domani si vota l’impeachment. La protesta non risparmia nemmeno la first lady per una lussuosa borsa in regalo.

Dopo la legge marziale e l’immediato dietrofront domani si vota l’impeachment. La protesta non risparmia nemmeno la first lady per una lussuosa borsa in regalo.

Il peggio sembra essere stato evitato, ma la tensione in Sud Corea rimane alta. Il presidente della repubblica, Yoon Suk Yeol, che due giorni fa aveva dichiarato la legge marziale d’emergenza ha ritirato il provvedimento nella nottata. Ma non è bastato a placare la rabbia della folla e dell’opposizione politica, che vuole la sua testa. Domani verrà votata la mozione di impeachment, presentata dal Partito Democratico, che accusa il capo di Stato di aver violato la Costituzione, andando avanti con la legge marziale, nonostante il parlamento l’avesse bocciata all’unanimità. La minoranza nell’assemblea è compatta. Ma il Partito di maggioranza, Potere al Popolo, ha fatto sapere che si opporrà al provvedimento. Sembra comunque ormai chiaro che Yoon Suk Yeol abbia portato la Sud Corea sull’orlo del colpo di Stato per bloccare un’indagine nei suoi confronti.

Il numero uno di Seul, che è sostenuto da un governo di minoranza, è un personaggio controverso nel Paese e sua moglie è anche peggio. La signora, che si chiama, Kim Keon-hee, nel 2023 è balzata agli onori delle cronache aver avere accettato in regalo una borsa di Christian Dior, dal valore di 3 milioni di won, poco più di 2.000 euro. Una cifra che per parte della popolazione è proibitiva. Non solo. La dinamica first lady ha partecipato a una turbativa di mercato da 42 milioni di dollari.

Adesso, quella che fino a pochi mesi fa era una delle famiglie più potenti della Corea, è stata lasciata sola da tutti. Anche perché chi ha appoggiato il tentato colpo di Stato di ieri, ha perso il posto di lavoro. Ne sa qualcosa l’ormai ex ministro della Difesa, Kim Jong-hyun, che ieri ha presentato le dimissioni ammettendo di non aver compreso le "preoccupazioni della popolazione per l’introduzione della legge marziale d’emergenza da parte della popolazione".

Anche alcuni membri dello staff presidenziale hanno riferito di avere presentato le dimissioni, in un atto di dissociazione dal suo comportamento. Intanto, il partito Potere al Popolo, se non voterà la mozione di impeachment, ha comunque chiesto a Yoon Suk Yeol, di uscire dalla formazione politica. La motivazione ufficiale è che il Capo di Stato ha preso un provvedimento estremo senza consultare almeno i dirigenti del partito. Ma la verità è che gli indici di gradimento del presidente negli ultimi tempi erano in caduta libera e il timore è che alle prossime elezioni l’elettorato possa voltare le spalle al partito di ispirazione conservatrice.

Intanto ieri a Seoul la gente è tornata in piazza, nonostante lo scampato pericolo, tutti con una sola richiesta: le dimissioni del presidente. Che però per il momento non sembra intenzionato a fare un passo indietro. E per l’’impeachment ci vorrà tempo e non è detto che vada in porto. Se il parlamento vota l’impeachment con almeno due tersi, allora il presidente viene sospeso. A quel punto deve intervenire la Corte Costituzionale, che ha l’ultima parola e deve decidere entro sei mesi. Il mondo osserva l’evoluzione, fra preoccupazione e ironia. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e l’Unione Europea hanno accolto con favore il ritiro della legge marziale e rimangono in attesa degli eventi. Il Cremlino ha scelto un commento sarcastico: "Difficilmente la Corea del Sud potrà inviare armi all’Ucraina nel breve termine" ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.