Sabato 14 Giugno 2025
ALDO BAQUIS
Esteri

Blitz nella Striscia. I corpi di due ostaggi tornano in Israele

A Rafah apre il quarto centro della Ghf. Netanyahu attiva clan palestinesi anti Hamas.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, 75 anni, ha attivato clan palestinesi anti Hamas

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, 75 anni, ha attivato clan palestinesi anti Hamas

Con un’operazione spericolata condotta mercoledì dalle forze speciali israeliane in un’area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, dove erano in corso combattimenti, sono stati recuperati i resti di due anziani israeliani uccisi il 7 ottobre da Hamas e poi portati a Gaza. Quel giorno, come tutte le mattine, Gad Haggai e Judith Weinstein erano entrati nei campi del kibbutz di Nir Oz per una passeggiata, per essere poi sopraffatti nella fase iniziale della cosiddetta ‘Operazione Alluvione al-Aqsa’ dai miliziani di un piccolo gruppo islamico, ‘Ketaeb Mujaheddin’: lo stesso che prelevò ed uccise Shiri Bibas con i due figlioletti Ariel e Kfir. Di recente l’interrogatorio di un membro di quella formazione ha consentito all’intelligence israeliana di raggiungere il posto esatto dove la coppia era stata sepolta. Grande la soddisfazione di Benjamin Netanyahu, secondo cui l’episodio conferma la tesi secondo cui Israele non lesina mai alcun sforzo pur di recuperare i propri cittadini, vivi o morti, anche in località pressoché inaccessibili. I due coniugi avevano anche la cittadinanza statunitense e il mediatore Steve Witkoff ha subito espresso gratitudine alle forze armate israeliane, rinnovando anche l’appello a Hamas a liberare gli altri ostaggi (ne restano 56, di cui 20 ritenuti ancora vivi) e a sottoscrivere l’accordo per una tregua iniziale di 60 giorni. Ieri la controversa società Usa ‘Gaza Humanitarian Foundation’ (Ghf) ha aperto nell’area di Rafah, nel sud della Striscia, un quarto centro di distribuzione di viveri. Ha affermato di aver distribuito ieri – senza che si ripetessero le scene di caos e di violenze dei giorni passati – 1,4 milioni di pasti. Il finanziamento di quelle operazioni – ha rivelato la televisione pubblica israeliana Kan – non è americano, bensì israeliano. "Il mese scorso il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, – ha sostenuto la emittente – ha provveduto a stanziare per quel progetto 700 milioni di shekel (180 milioni di euro)". Ieri gli israeliani hanno appreso con sorpresa che l’esercito ha iniziato ad armare nel sud della Striscia (e probabilmente anche altrove a Gaza) piccoli gruppi legati a clan familiari locali. Compiendo una plateale infrazione alla censura militare, l’ex ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, ha precisato che nell’area di Rafah l’esercito si avvale adesso della cooperazione tattica di un clan di 300 uomini guidato da un capo beduino, Yasser Abu Shebab. Hamas ha replicato dichiarando guerra a quelle "bande di collaborazionisti". La vicenda è apparsa in Israele tanto più sorprendente in quanto lo stesso governo che ancora di recente si è opposto alla delega del futuro controllo di Gaza a forze di sicurezza addestrate dall’Anp, cerca ora il sostegno di gruppi sparuti, talvolta collegati alla malavita.