Venerdì 26 Aprile 2024

Sondaggi politici oggi: il 'caso' M5s

Il partito di Conte è uno dei pochi a salire nelle intenzioni di voto. Nonostante le passate esperienze governative non sia state esaltanti. Ma c'è sempre la questione del reddito di cittadinanza. In molti non vogliono rinunciarci

Il presidente dei Cinquestelle Giuseppe Conte (Ansa)

Il presidente dei Cinquestelle Giuseppe Conte (Ansa)

"Anche oggi il M5s muore domani". La frase, di una nota firma satirica del web, fotografa l’ultima sorpresa di questa campagna elettorale; il M5s, dato per spacciato nelle urne non solo per la scelta di correre da solo - scellerata alla luce dei meccanismo della legge elettorale - ma anche per la balcanizzazione interna che ha dato vita alla scissione di Luigi Di Maio e molte, molte altre contraddizioni, sta 'rinascendo' - nei sondaggi - dalle sue stesse ceneri. Secondo prima Alessandra Ghisleri e poi Nando Pagnoncelli, i grillini contiani sono il partito che è cresciuto di più nell'ultimo mese. Ora sono stimati al 13,4%, appaiati alla Lega al punto che Giuseppe Conte ora sta accarezzando addirittura l’idea del sorpasso sul Carroccio. Guardando i dati, sembrerebbe dunque stata azzeccata la mossa di correre lontani dal Pd, con una maggiore libertà di azione determinata dal non essere vincolati da logiche di coalizione, che avrebbero di fatto reso impossibile marcare la propria identità su questioni come la guerra in Ucraina (in testa),ma anche “l’agenda Draghi”, sbandierata come linea guida da seguire da parte del Pd e del tandem Azione-Italia Viva e per nulla gradita al M5s.

Ma per quale motivo questo exploit improvviso - e inatteso - della compagine grillina? La linea intrapresa da Conte fino ad oggi evidenzia un tentativo dell’ex avvocato del popolo di fare breccia nell’elettorato più schierato a sinistra del Pd, insistendo particolarmente anche su tematiche come il salario minimo e l’ambiente. Non sarebbe così un caso che i dem, al contrario degli stellati, vengono dati in flessione negli ultimi sondaggi elettorali. A partire da un tema, molto caro all’elettorato del sud, ovvero il reddito di cittadinanza che il centrodestra al momento vincente nei numeri dei sondaggi ha minacciato di voler riformare radicalmente. Nel migliore dei casi. Ecco che, dunque, tra gli elettori che vogliono che la misura resti, i grillini restano il partito di riferimento. Ma c’è di più. Il sondaggio di Alessandra Ghisleri dice anche un’altra cosa: al momento il 35,4% dell’elettorato sarebbe indeciso. Di questi il 23,8% non sa ancora se recarsi ai seggi, mentre il 76,2% non avrebbe ancora deciso per chi votare. Considerando il 32,6% ottenuto dai 5 Stelle alle elezioni politiche del 2018, è facile ipotizzare che gran parte degli indecisi indicati dal sondaggio siano elettori che quattro anni fa hanno votato per i grillini. Se in queste settimane che ci separano dal voto Giuseppe Conte riuscirà a recuperare parte di questi indecisi (un numero davvero enorme, ndr), allora il Movimento 5 Stelle potrebbe superare la Lega ed essere di nuovo l’autentica mina vagante di queste elezioni. Tanto per non interrompere la tradizione, si potrebbe dire peccando di sarcasmo, ma tant’è.

Ed è un fattore - questo - che sta innervosendo molto il Pd. Nelle chat dei candidati dem, infatti, stanno circolano due foto. Una è quella di Conte e Salvini sorridenti testimonial dei famosi ‘decreti sicurezza’,all’epoca del governo giallo-verde. L'altra è lo slogan dell'aprile 2019: "Conte: la flat tax è nel programma di governo, da fare nella prossima manovra". Insomma, si spara contro l’alleato naturale di sempre che in questo momento sta erodendo voti. Al punto di provocare anche la reazione di Enrico Letta che ieri ha punzecchiato; “Se Conte vuol fare il progressista si ricordi da dove viene, non ci si inventa progressisti, parla la storia delle persone”.E ancora: "Non esiste pareggio - ha sottolineato ancora il segretario Pd - il voto utile è oggettivo, o vinciamo noi o la destra. Il mio obiettivo è vincere". Per il Pd la sfida è tra il nero e il rosso: contro la destra, il "giallo" non è contemplato: il Movimento non è il competitor. Ma lo sta diventando. Ma l’imbarazzo, al Nazareno, si avverte come molto denso. Quasi si taglia con il coltello…