Venerdì 26 Aprile 2024

Rosa Maria Di Giorgi fuori dalle liste Pd: che fine ha fatto la gavetta?

La parlamentare Pd, non ricandidata, accusa il suo partito: "Per far largo ai giovani sacrifica l'esperienza. Altrimenti non si va da nessuna parte"

La deputata Rosa Maria Di Giorgi

La deputata Rosa Maria Di Giorgi

Firenze, 24 agosto 2022 - Caro mio Pd, non si va in Parlamento per fare uno stage. Esordisce così  Rosa Maria Di Giorgi, deputata dem uscente, fiorentina, corrente Base riformista, non confermata per le Elezioni Politiche 22. Membro della Commissione istruzione alla Camera e con molta esperienza sulle spalle, prima da amministratrice comunale e poi in Parlamento,  punta il dito sullo scivolo usato dal Nazareno per candidare diversi giovani con un interrogativo di fondo: dov'è finita la gavetta?  "Stare in Parlamento è molto complicato. Si deve studiare sempre, anche se si ha una forte esperienza amministrativa,  se si vuole incidere e dare un contributo serio. Serve un'esperienza nelle istituzioni, serve aver avuto un lavoro (questo non sempre è successo), serve avere le conoscenze necessarie rispetto all'organizzazione dello Stato, le competenze dei vari organi, il ruolo dei Ministeri. E per essere efficaci serve conoscere la burocrazia, il ruolo delle strutture ministeriali, spesso più potenti dei Ministri stessi. Serve forza e determinazione". E stila una sorta di decalogo del buon parlamentare:  "Non farsi fermare al primo ostacolo, altrimenti le risorse per il tuo territorio, o l'emendamento in quella particolare legge non passernno mai.  Per rispondere alle esigenze del territorio devi avere contezza dei progetti speciali (sconosciuti ai più), devi saperti muovere fra i bandi che vengono emanati, in una giungla in cui riesci a muoverti  solo dopo tempi non brevi".

Per questi motivi "credo che in Parlamento, soprattutto in un Parlamento derivante dal taglio degli eletti, sarebbe stata necessaria un'attenzione particolare alle competenze settoriali e all'esperienza parlamentare". Alcuni partiti, dice,  hanno fatto tesoro di queste indicazioni, altri, "tra cui il Pd, non hanno ritenuto di fare altrettanto". E così  punta il dito senza tanti giri di parole: "Credo che sia stato un errore. Dettato da una certa fretta nella composizione delle liste e da altre priorità, anche di natura correntizia, che hanno avuto il sopravvento rispetto alla ricerca di efficacia del lavoro parlamentare, soprattutto se, come purtroppo i sondaggi indicano, saremo all'opposizione". E i giovani dem candidati? "Essere giovani è stupendo. Ho tre figli, vorrei il meglio per la loro generazione.  Ma c'è un tempo per tutto. Si chiamava gavetta. È un termine che non è più tollerabile in un mondo che vuole mordere tutto? Io lo uso, invece, e credo che dovrebbe essere  reintrodotto. Anche nei partiti. Il Parlamento deve essere un punto di arrivo, non un punto di partenza. Prima il lavoro, la professione, la credibilità, le competenze. Poi, dopo alcuni anni, se succede, il Parlamento. La novità per la novità non paga mai. Ci vuole molto altro".