Martedì 16 Aprile 2024

Elezioni 2022, piccolo (a sinistra) è bello

Ecco chi sono i cespugli di sinistra che sono riusciti a presentare le liste. De Magistris, Rizzo, Ingroia e il volto nuovo Marta Collot (Potere al popolo)

Marta Collot, volto nuovo di "Potere al popolo" (ANSA)

Marta Collot, volto nuovo di "Potere al popolo" (ANSA)

Oltre a Italexit di Gianluigi Paragone, anche “Unione Popolare“ di Luigi De Magistris e “Italia Sovrana e Popolare“ di Rizzo (PC) e Ingroia sono riuscite a raccogliere le firme necessarie per potersi presentare alle prossime elezioni politiche. L’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere l’agognata quota del 3% che dà diritto a seggi. “Unione Popolare“ è stata promossa dal Prc- Rifondazione comunista (erede, in sedicesimi, della vecchia, e storica, Rifondazione comunista di Garavini, Cossutta e Bertinotti, da qualche anno guidata dall’abruzzese Maurizio Acerbo) e Potere al popolo (lista a sua volta presente alle Politiche del 2018, che raccoglie varie esperienze trotzkiste e di centri sociali). La lista è guidata dall’ex sindaco di Napoli, per due legislature, ed ex candidato alle regionali in Calabria, oltre che ex pm (sempre in Calabria), Luigi De Magistris. E proprio il suo nome è stato apposto nel simbolo della lista, insieme all’arcobaleno pacifista. Tra le candidature ‘di grido’: gli storici Piero Bevilacqua (meridionalista), Angelo d’Orsi (contemporaneista), la giornalista del Tg2 Chiara Prato, la ex assessora della giunta Raggi a Roma, ed ex M5s, Pinuccia Montanari e il volto televisivo Marta Collot, giovane bolognese già nota alle cronache nazionali. Tra le proposte, c’è un mix del (vecchio) classico di ogni sinistra ‘radicale’: salario minimo a 10 euro l’ora e blocco del costo delle bollette. L’ex sindaco di Napoli si candiderà nel collegio della sua città e in Calabria, dove lo scorso anno, in solitaria, aveva preso il 16% come candidato presidente.  Anche “Italia sovrana e popolare“ ha centrato l’obiettivo della raccolta firme, presentando, in corner, la mattinata del 22 agosto, le sue liste. Italia sovrana e popolare è un’alleanza ‘politica’ sovranista, euroscettica, populista e no vax che racchiude al suo interno partiti provenienti da esperienze e posizioni ideologiche molto diverse tra loro. Il suo esponente più di spicco è Marco Rizzo, segretario del Partito comunista (Pc), che guida un movimento di altre 15 organizzazioni. Di “Italia sovrana e popolare“ fanno parte, tra gli altri, il partito “Ancora Italia“, il cui leader era il filosofo e opinionista Diego Fusaro, e il movimento populista di sinistra “Azione civile“, fondato dall’ex magistrato Antonio Ingroia. Il programma di “otto punti per l’Italia“ chiede, al primo (sic) l’uscita del Paese dalla Ue e dalla Nato, mentre tra le altre proposte ci sono lo stop all’obbligo vaccinale, la fine delle sanzioni alla Russia e all’invio di armi in Ucraina, un salario minimo a 1.200 euro al mese, ambientalismo “di sostanza“, “lotta serrata a mafia e corruzione“. Poi c’è “Alternativa per l’Italia“ di Adinolfi e Di Stefano, che ha annunciato di essere riuscita a raccogliere le firme per presentare le sue liste, ma non è ancora chiaro se riuscirà davvero a presentarsi, dipende dai molti ricorsi a oggi pendenti. E’ una lista antisistema che ricalca, in parte, il modello del partito di estrema destra tedesco, “Alternative für Deutschland“, nata dall’accordo di due partiti: l’ultracattolico “Popolo della famiglia“ di Mario Adinolfi ed “Exit“, fondato da Simone Di Stefano, già esponente di punta di Casapound. Il ‘programma’ di Alternativa per l’Italia prevede un reddito di maternità, incentivi alle piccole e medie imprese, sostegno alle famiglie tramite “riforma del fisco“ e un innalzamento per le pensioni minime a mille euro mensili.