Venerdì 26 Aprile 2024

Morgan vuole Sgarbi alla Cultura. "Il ministero sarà un grande reality"

Il cantante è amico del critico d’arte: "Ho aiutato Meloni in campagna elettorale, ora lei valorizzi Vittorio"

Morgan e Sgarbi

Morgan e Sgarbi

Ragioniamo, applichiamo la logica. Il miglior ministro dei Beni culturali sarà Vittorio Sgarbi". A parlare è il “fratello elettivo“ del critico d’arte, Marco Castoldi, in arte Morgan. "Vittorio per me è un fratello di sangue", replica con tono serio e brusco. "Mi vuole molto bene, mi ha aiutato tantissimo". Morgan, artista dall’esuberanza creativa non contenibile nel pentagramma, è il grande promotore di Sgarbi-ministro presso Giorgia Meloni. "Io mi mobilito per Sgarbi – racconta –, non per amicizia. Lui è in assoluto la persona più competente che esista in Italia per i beni culturali. Credo che sia l’unico che conosce ogni singolo museo, opera e luogo d’Italia". Ufficialmente, la campagna di Morgan pro-Sgarbi è iniziata delicatamente, con un messaggino alla Meloni subito dopo le elezioni. Ma c’è un dietro le quinte. «Anche se non sono di destra ho avvicinato la Meloni un anno fa perché mi è sembrata una ragazza molto lucida, la cercai perché era all’opposizione. Il suo modo di affrontare le cose è fresco; ci siamo scambiati un sacco di idee. Lei concorda con me: occorre rianimare culturalmente il Paese".

Che idee le ha dato?

"Abbiamo parlato di tanti temi. Le ho detto di fare attenzione al linguaggio, ho suggerito di rivedere l’uso di certi vocaboli".

Ma come la pensi la Meloni su Sgarbi ministro, lei lo sa o lo immagina?

"Mi dice che vuole valorizzarlo. Ma l’unico modo è farlo ministro. Il mio è un sogno, come quello che ha la Meloni".

Quale sogno?

"Mi ha detto che tiene al Paese più che a se stessa. Io le credo, e penso che si sia un po’ ispirata dalla letteratura fantastica, che è di destra, celtica, gotica, legata a Tolkien. Ho capito che ha un immaginario potente".

Quindi?

"Assecondando questa sua visione le dico che deve mettere Vittorio alla cultura non per lui, ma per il Paese".

Perché deve darle ascolto?

"L’ho aiutata durante la campagna elettorale. Mediaticamente ho orientato tantissimi giovani a votare per lei".

Anche lei passa all’incasso, come un capocorrente?

"Io non faccio politica, ma cultura. E poi voglio tornare in Rai, il mio esilio deve finire. Il pubblico riconosce a Sgarbi tutte le sue qualità. Il pubblico sostiene la mia richiesta, che viene dal basso".

Ci sono appelli?

"Basta andare in giro per la strada e dire: ‘Sgarbi ministro’. È difficile trovare un italiano che non gli riconosca la capacità di essere il migliore. Comunque ci sono raccolte di firme".

Come pensa che potrebbe essere un ministero guidato da Sgarbi?

"L’Italia deve essere riconosciuta come ’potenza dell’arte’. Il ministero della Cultura deve diventare come un reality show dove tutti sono entusiasti e partecipi. Per farlo ci vuole una guida: lui. Qui ci vuole coraggio".

Gli italiani hanno coraggio?

"L’Inno d’Italia dice che siamo ‘pronti alla morte’. Io, ad esempio, sono pronto alla morte. La vita è breve, non mi preoccupo di allungarla, ma di usarla".

Cosa ne pensa dell’ipotetico concorrente, Giordano Bruno Guerri?

"Lo conosco, lo stimo. Ma è forse paragonabile la sua attività di una vita, a quella fatta solo negli ultimi anni da Sgarbi?".

C’è chi teme per la litigiosità di Sgarbi.

"Sgarbi è socratico, potrei dire luminoso, anzi secondo me è luminescente. Non usa potere e politica per fare soldi".

Questa sua campagna punta molto sul web.

"Ma contano i giornali, le tv, le radio. Internet è un mischione disgustoso che mi violenta la giornata".

Cosa dirà domani alla Meloni?

"Deve fare un gesto d’amore per l’Italia: Sgarbi ministro".