Roma, 21 maggio 2024 – Per Matteo Renzi, Italia Viva, in questi giorni ogni cosa, anche il calcio, è una buona metafora per parlare di Stati Uniti d’Europa. La lista di scopo che ha creato con +Europa ed Emma Bonino ha intanto, spiega l’ex sindaco di Firenze, una peculiarità: "Emma ed io ci candidiamo per andare e contare in Europa. Gli altri leader, invece, per restare in Italia a contarsi. A casa mia questa si chiama truffa, e loro sono dei truffatori".
Il calcio, dunque, si diceva.
"Il Bologna ha appena conquistato la Champions. Con la mia Fiorentina, a inizio campionato potevamo dirci alla pari, poi loro hanno meritato di più. Tiferemo per loro, e mi auguro che loro lo faranno per noi in Conference League. Gli Stati Uniti d’Europa li cominciamo da qua".
Dunque, in Europa, in ogni caso, conta andarci.
"Io in questa campagna elettorale uso tutti i mezzi, dall’aereo all’auto e al treno. I miei avversari scelgono chi la bla bla car, chi il camper, chi il monopattino, ma poi hanno già detto che non si sposteranno da Roma. Qualcuno addirittura, come Salvini, va dicendo in giro che ci vuole meno Europa perché pensa che voglia dire più Padania. Non si rende conto che meno Europa, invece, vuol dire soltanto meno Italia?".
Ma che Europa dovrebbe essere, questa unita? Il leader di Iv inanella le sue priorità:
"Elezione diretta del presidente, superamento del diritto di veto, esercito comune, politica estera comune, recuperare le nostre radici comuni – elleniche, romane, illuministe, per coniugarle al futuro".
Condizione preliminare è superare lo sbarramento.
"Emma e io puntiamo alla sufficienza, almeno il 6%", dice Renzi, che fu mister 40% con il Pd alle Europee di dieci anni fa. Ma non è cambiato, rivendica però: è sempre lui. "Quello delle unioni civili, della legge sull’autismo, di quella sul terzo settore".
E del Jobs Act, sì.
"Una norma che ha generato più di un milione di posti di lavoro e che ha permesso ai riders di avere dei diritti e alle donne di non rischiare più il licenziamento se incinte, eliminando la pratica schifosa delle dimissioni in bianco".
E questa storia di un ex segretario Pd che poi in Basilicata va con la destra?
"Noi siamo andati con Vito Bardi e il centrodestra in Basilicata e lo rivendichiamo – assicura Renzi – visto che è stato il Pd, scegliendo un candidato gradito a Conte e non a noi e ad Azione, a fare una scelta precisa e decidere, nei fatti, di perdere quelle elezioni".
Dunque: "Mi considerano un nemico, perché con me vincevano col 40% e governavano in 17 regioni, e senza di me vincono solo le loro primarie e governano in 4 o 5 regioni".
Ai tempi l’avversario era Berlusconi. Ma è stato un nemico?
"Per me rimane solo un politico non replicabile – chiude lui –. Qualcuno dice per fortuna, qualcun altro purtroppo. Io dico solo che la sua eredità si rispetta, e questa Forza Italia che aumenta le tasse sui pannolini, o FdI con le sue norme giustizialiste, non la stanno rispettando".
Ok, ma Renzi, in sostanza, con chi sta? Se su una torre ci fossero Conte, Calenda, Schlein, chi salverebbe? Il senatore di Rignano sorride beffardo:
"Salvo tutti ma non sto con nessuno. Piuttosto chiudo la porta, e me ne vado per conto mio...".