Elezioni presidente della Repubblica: cosa succede ora. La strada che porta a Draghi

Fumata nera dopo la prima giornata di votazioni: le prossime 24 ore saranno decisive per capire se Draghi sia la carta vincente da giocare sul tavolo del Colle

Roma, 24 gennaio 2022 - Nulla di fatto, come da copione. La prima votazione per le elezioni del presidente della Repubblica si è chiusa con la fumata nera. Una maggioranza di schede bianche annunciata e necessaria a far proseguire le frenetiche trattative per il Quirinale. Una partita che oggi resta incerta, con l'unico dato incontrovertibile da ricercare nei numerosi forni aperti. E bollenti. 

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Prima l'incontro Letta-Salvini, da cui è addirittura scaturita una nota congiunta Lega-Pd, poi il vertice tra il leader del Carroccio e quello del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Con il numero uno di via Bellerio che in mattinata aveva visto anche Giorgia Meloni di Fratelli D'Italia. La sensazione è che un canale di dialogo sia stato aperto. E non è detto che durante questi faccia a faccia si sia parlato solo di Quirinale. Già, perché la trattativa per il Colle potrebbe essere legata a stretto filo a quella per Palazzo Chigi.

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Se si trova l'intesa sul nuovo governo, allora si potrebbe sbloccare il nome di Mario Draghi per la presidenza della Repubblica.  Il premier era dato da molti in pole position già da ieri. Troppi i candidati del centrodestra (che non pone veti), troppo pochi quelli del centrosinistra. Sul presidente del Consiglio ci sarebbe invece un'ampia convergenza, ma serve tempo per far maturare la mediazione tra i partiti. Draghi stamattina intorno a mezzogiorno ha incontrato Salvini, in uno dei tanti colloqui sostenuti dal numero uno del Carroccio. Il faccia a faccia, giusto il tempo di un caffè dicono i beni informati, non è stato nè confermato nè smentito. "No comment" anche dal Nazareno sulla telefonata intercorsa tra il premier ed Enrico Letta. Spifferi di Palazzo riferiscono che l'ex presidente della Bce non sarebbe disposto a salire al Colle con un sostituto qualsiasi in capo al governo. Queste ore sono fondamentali per individuare una valida alternativa in grado di guidare l'esecutivo con il placet dell'attuale premier. Alcuni nomi che circolano per la presidenza della Repubblica potrebbero tornare utili alla causa di Palazzo Chigi. Si pensi a Elisabetta Belloni, o alla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Fermo restando che l'ipotesi Draghi al Quirinale "sta in piedi solo in un quadro di accordo politico", spiega Matteo Renzi ai cronisti in Transatlantico. Prima bisogna mettere in salvo la legislatura, poi si chiude sul Colle. 

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La palla, insomma, è nelle mani dei partiti. E se la Lega sembra calata nel ruolo di pontiere il Pd, per voce di Andrea Marcucci, esprime preoccupazione sul fatto che "l'azione di governo si interrompa". I dem confermano la carta Andrea Riccardi, anche se già da ieri pareva più un candidato di bandiera che un'opzione concreta. Giorgia Meloni oggi ha lanciato Carlo Nordio e continua a invocare le urne. Resta lontano dai riflettori il Movimento 5 Stelle. Oltre a Salvini, Conte oggi ha incontrato Giovanni Toti e Luigi Brugnaro. I pentastellati contano sul gruppo parlamentare più ampio, quando sarà il momento faranno sentire la loro voce. "Tanti nomi di alto profilo, anche Draghi lo è", fa melina Buffagni. Strategia attendista quella di Forza Italia che, alla prese con il dopo-Berlusconi, studia le mosse altrui. 

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L'impressione è che le prossime 24 ore saranno decisive per capire se Draghi sia la carta vincente da giocare sul tavolo del Colle. Dovesse saltare il negoziato sul governo - e quindi sfumare la pista che porta all'ex leader della Bce - ecco che tornerebbero in ballo i nomi già circolati nei giorni scorsi. A cominciare da Pierferdinando Casini, passando per la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, la ministra Cartabia fino al vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato

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