Martedì 30 Aprile 2024

Un Presidente nel Paese dei furbetti

La forza di una fotografia

Guardate la foto qui a fianco. 

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Ritrae Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, mentre aspetta - in una sala d’attesa dello Spallanzani, a Roma - di essere vaccinato contro il Covid. Accanto a lui altri suoi coetanei, opportunamente distanziati. L’ambiente è quello che è. Sedie da ospedale, cestini dei rifiuti in vista. E lì, in mezzo, il Capo dello Stato.

In fila come un comune cittadino, insieme ad altri comuni cittadini. Nessun trattamento di favore e nessuna precedenza. Il presidente Mattarella compie 80 anni in luglio e in questi giorni nella sua regione, il Lazio, stanno vaccinando quelli della sua età. Ci sarà chi dirà: questa foto è propaganda, è demagogia. 

E lo dirà perché quando qualcuno si comporta in modo virtuoso dobbiamo sempre trovare il pelo nell’uovo, dobbiamo avanzare dubbi, sospetti, maldicenze. "Se l’ha fatto avrà il suo tornaconto", diciamo sempre di chi fa del bene, perché così esorcizziamo il nostro senso di colpa per non aver fatto altrettanto; così troviamo un alibi per la nostra accidia. Parlar male degli altri ci fa meschinamente sentire migliori. Ma i fatti hanno una loro ostinazione, e i fatti dicono che il presidente della Repubblica, nonostante il proprio ruolo, ha rispettato l’attesa e la fila come un qualsiasi cittadino; e s’è fatto vaccinare dopo tante categorie ritenute più essenziali del Capo dello Stato: gli operatori della sanità, molti impiegati amministrativi, gli insegnanti, i volontari eccetera.

Altri Grandi hanno fatto sapere, "per dare l’esempio", di essere stati vaccinati, ma delle loro vaccinazioni non abbiamo immagini: forse sono state fatte nelle loro residenze. E non c’è niente di male, sia chiaro. Ma c’è molto di bene, e soprattutto di bello, se il Presidente della Repubblica va a farsi vaccinare in un ospedale pubblico in orario normale e in compagnia di cittadini normali. E poi se tanti Grandi si sono fatti vaccinare in modo più riservato, ci sono anche tanti Piccoli che hanno sfruttato il loro minuscolo potere per passare davanti agli altri. È il caso di alcuni politici ben meno importanti, e ben più giovani, del nostro presidente. Questa fotografia non risolve il problema della pandemia, né della scarsità di fiale a nostra disposizione. Ma è un segno che dà speranza. È un simbolo, è un esempio vero. Come Pertini che passava per le stanze del Quirinale a spegnere le luci negli uffici vuoti. Dopo anni di politici esorbitanti o addirittura Elevati, spicca come un gigante fra i nani un Capo dello Stato che ha fatto della moderazione, dell’educazione e perfino della modestia il proprio stile di vita politica. Lo sapevamo già, ma da ieri siamo ancora più contenti di sapere che nel Paese dei furbetti c’è un Presidente.