Venerdì 10 Maggio 2024
PAOLO GIACOMIN
Editoriale e Commento

Fischio d'inizio

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini indagato per la nave Diciotti è la prima vera prova di tenuta del contratto stipulato da Lega e 5 Stelle e sul quale si regge il governo presieduto da Giuseppe Conte. Le decisioni che seguiranno all’iniziativa della procura di Agrigento saranno del tribunale dei ministri, le scelte politiche no. "Non ci fermeranno", assicura Salvini. E’ il fischio di inizio di una partita che può compattare la maggioranza o innescare una lunga campagna elettorale a governo in carica. In mezzo ci sono passaggi delicatissimi come la preparazione della legge di Bilancio, la ricostruzione di Genova, l’eterna emergenza migranti.

La notizia dell’indagine arriva nello stesso giorno nel quale il governo è uscito dall’angolo, sbloccando il caso Diciotti con uno schiaffone (meritato) all’Ue. Trovando l’aiuto negato dall’Europa da paesi extra Ue e dalla Chiesa italiana. Tra i paesi che accoglieranno i migranti, uno in particolare è segno dei tempi: l’Albania. La lezione è in un tweet di Ditmir Bushati, ministro di Tirana: "Noi non possiamo sostituire l’Europa, ma siamo sempre qui, dall’altra parte di quel mare dove, una volta, eravamo noi quegli eritrei che ora soffrono giorni e notti in mezzo al largo, nell’attesa che l’Europa si svegli!. Ieri l’Italia ci ha salvato e oggi noi siamo pronti a dare una mano".

Erano i primi anni ’90 del secolo scorso, in molti ricorderanno le foto delle migliaia di albanesi sulla banchina del porto di Bari. Cercavano Lamerica in Italia. Rileggere la storia aiuta: i flussi migratori dall’Albania furono fermati seguendo una strada che ancora oggi, di fronte al disastro libico, fatte le dovute proporzioni, è l’unica che può portare alla stabilità. La crisi migratoria con l’Albania fu affrontata da un governo di centrosinistra con fermezza. misure forti e accordi per sostenere il paese delle Aquile. Accordi che permisero all’Italia, per esempio, di impedire la partenza delle carrette del mare. Si arrivò a un vero e proprio blocco navale del canale di Otranto. Maniere forti ed episodi drammatici come la strage del Venerdì Santo del 1997. La storia non si ripete, ma fermezza e accordi sono l’unica via. Se non sarà con l’Europa a fianco, sarà senza Bruxelles è il messaggio del governo. Presto per dire riposizionamento? Di certo in Europa non possono pensare di gestire i flussi migratori dall’Africa, per i prossimi 50 anni, una nave alla volta. Quanto all’opposizione, meglio non gongoli sul Salvini indagato. Sarebbe un boomerang.