Mercoledì 24 Aprile 2024

Caos elettorale e democrazia. Il buono, il brutto e il cattivo dell’America

Noi italiani siamo abituati a guardare agli Stati Uniti o con provinciale incondizionata ammirazione (dai tempi di Alberto Sordi/Nando Mericoni e di Renato Carosone, "Tu vuò fà l’americano") oppure con un odio ideologico che accomuna estrema sinistra ed estrema destra. In genere prevale il primo atteggiamento: pensiamo che tutto ciò che fanno dall’altra parte dell’oceano sia meglio, superiore, "più avanti". Quello che sta accadendo in questi giorni negli Usa dovrebbe però farci venire qualche dubbio. Pensate che cosa diremmo di noi stessi se, dopo un’elezione, dovessimo vivere tutto quello che stanno vivendo ora in America.

Pensate se qui in Italia si dovessero aspettare due o più giorni dalla chiusura delle urne per conoscere il nome del vincitore. Pensate se qui in Italia a decidere le elezioni fossero (nel 2020!) le vecchie buste affrancate e imbucate, pensate insomma se il governo del Paese fosse deciso dal postino. E pensate se lo sconfitto si rifiutasse di accettare il verdetto delle urne gridando agli immancabili brogli e chiedendo l’intervento della magistratura o peggio ancora della piazza.

La maratona elettorale ci ha fatto conoscere un volto dell’America che non ci sentiamo di invidiare. Un sistema elettorale complicatissimo (altro che il Mattarellum o il Porcellum) e alcune consuetudini per noi bizzarre: ad esempio il poter divulgare sondaggi a urne ancora aperte, e il comunicare “proiezioni“ dei risultati che sono poi in realtà conteggi di voti scrutinati, senza alcun valore statistico, e tali da ingenerare confusione per tutta la notte su alcuni Stati-chiave.

A proposito di sondaggi: gli americani sembrano ormai specialisti nel topparli. Fallirono clamorosamente quattro anni fa predicendo la vittoria di Hillary Clinton, e hanno sbagliato anche quest’anno annunciando una valanga democratica che non c’è stata. Anche loro sembrano guardare più al proprio ombelico che al Paese reale.

Ma, detto tutto questo, sbaglia (appunto) anche chi dell’America non vede la grandezza. La partecipazione al voto (la più alta da decenni) è stata una grande prova di democrazia. E non dobbiamo abituarci a questa parola - “democrazia“ - come fosse un bene scontato. Forse non teniamo abbastanza in mente il fatto che, in tutto il pianeta, solo il nostro vecchio mondo occidentale - Europa e appunto Stati Uniti - conserva questa infinita ricchezza, mentre altri aspiranti padroni della Terra la disprezzano. Perfino Trump, accusato di essere un nemico della democrazia, aveva vinto grazie alle regole della democrazia. E ora l’America può cambiarlo proprio perché è una grande democrazia.