È una guerra contro il tempo. E alla Siare Engineering — azienda gioiello di Crespellano, nel bolognese, unico produttore italiano di ventilatori polmonari — sono in prima linea. Dai primi di marzo non ci sono sabati e domeniche, si dorme poco. Le luci nei laboratori restano accese anche la notte. Si corre, si corre. Perché il Coronavirus non dà tregua.
Tutti, alla Siare, stanno producendo uno sforzo immenso. Gianluca Preziosa, direttore dell’azienda, lo sintetizza così: "Dobbiamo quadruplicare la nostra normale produzione di ventilatori polmonari, che è di 125 macchine al mese". Obiettivo, cinquecento macchine al mese. Per arrivare fino a luglio con un totale di duemila. Sperando che, per allora, l’emergenza Covid-19 sia finita.
Siare Engineering racconta una bella storia italiana. Una storia radicata al centro dell’Emilia Romagna: Crespellano-Valsamoggia, una ventina di chilometri da Bologna. Qui ci sono la Biomedic Valley – il più importante distretto del biomedicale in Europa, terzo nel mondo dopo Minneapolis e Los Angeles –, la Motor Valley e la Packaging Valley, che fanno di questo territorio un punto di riferimento mondiale.
È anche la storia più classica di un self made man: Giuseppe Preziosa, milanese di origine. Che con tenacia, coraggio e capacità tecniche molla un lavoro sicuro e nel 1974 fonda la propria azienda, in due garage di Zola Predosa. Due anni prima che Steve Jobs, in un altro garage, a Los Palos, sfornasse i primi computer Apple I. Oggi la Siare è quella che i Preziosa amano definire "una piccola multinazionale famigliare". Produce non solo ventilatori polmonari, ma anche apparecchiature per anestesia, rianimazione, emergenza e assistenza domiciliare.
Tutti prodotti ad altissima tecnologia. L’azienda, per fare Ricerca e Sviluppo, investe ogni anno il 30 per cento del fatturato. "Siamo un azienda di tecnici, più che di venditori", afferma il direttore Gianluca Preziosa, figlio del fondatore. Ogni quattro anni da Crespellano esce un prodotto nuovo, "e ogni anno innoviamo quelli che ci sono". Con l’esplosione dell’emergenza sanitaria, la produzione è tutta dedicata alle macchine per la ventilazione polmonare in terapia intensiva, indispensabili per trattare i pazienti affetti da Covid-19. Quella della ventilazione polmonare è una nicchia nel mercato mondiale. Le aziende sono poche. La Siare è l’unica in Italia – e tra le sole quattro in tutta Europa – specializzata nella produzione di questo tipo di dispositivi.
Per questo il Governo, ai primi di marzo, si è rivolto a Preziosa. La Protezione civile aveva bisogno di un’azienda locale con cui costruire un progetto per uno ‘stato di guerra’. Servono macchine da terapia intensiva, da posto letto, per ventilazione invasiva (paziente intubato) o non invasiva (maschera). E anche ventilatori polmonari per subintensiva.
Si tratta di produrre, di punto in bianco, 500 macchine al mese. Quattro volte la produzione normale. Per arrivare, a luglio, a un totale di duemila macchine. Uno sforzo ciclopico, se si conta che, nel mondo, la richiesta è di circa 35mila ventilatori polmonari all’anno.
Questo piano straordinario per l’aumento della produzione non poteva essere affrontato con le sole forze interne. Intanto, sono state interrotte tutte le consegne all’estero, per destinare le macchine al mercato italiano. Poi, ad affiancare i 35 dipendenti della Siare e massimizzare la produzione, sono arrivati 25 militari dell’Esercito. In un’inedita collaborazione – almeno in tempi di pace – fra industria militare e industria civile. Sono tutti tecnici specializzati dell’Agenzia industrie difesa, ente industriale alle dirette dipendenze del ministro della Difesa.
Vengono dallo Stabilimento militare produzione cordami di Castellamare di Stabia e dallo Stabilimento militare spolette di Torre Annunziata, entrambi nel napoletano; dallo Stabilimento pirotecnico militare di Capua, provincia di Caserta, e dall’Arsenale militare marittimo di Messina. Gente abituata a trattare apparecchiature elettroniche di altissimo livello. "Ce la faremo", afferma con orgoglio Giuseppe Preziosa. Da Crespellano escono già a pieno ritmo decine di ventilatori polmonari, ‘armi’ indispensabili per vincere la guerra al Covid-19.