Milano, 14 luglio 2023 – Il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto e la questione dell’eredità sarebbe dovuta finire lì. Ma così non è stato e forse la vicenda rimarrà irrisolta ancora per diversi anni. Infatti, secondo vari esperti di diritto della successione il testamento è impugnabile. Lo sanno anche i 5 figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, e Luigi che secondo il quotidiano La Repubblica si sarebbero “subito messi al lavoro per cercare di delimitare il perimetro delle donazioni eseguite negli anni dal padre e il patrimonio distribuibile”.
La maggior parte delle perplessità sollevate riguarda le ultime volontà del Cav contenute nel terzo documento, presentato da Marta Fascina al notaio Arrigo Roveda, che prevede i lasciti di 100 milioni di euro per lei e per il fratello del fondatore di Forza Italia, Paolo Berlusconi, nonché i 30 milioni destinati a Marcello Dell’Utri. Questa parte del testamento risale al 2022 ed è rimasta in un cassetto fino alla morte di Berlusconi, quando è stata consegnata al notaio in una busta non sigillata.
La busta non sigillata
Questo ha suscitato diversi dubbi sulla legittimità del documento nel pubblico, ma in realtà non bastano per impugnare il testamento. “Il fatto che quel testamento fosse contenuto in una busta aperta non ne sminuisce il valore”, ha spiegato il presidente dei notai italiani Giulio Biino al Corriere. Infatti, il testamento olografo ha rispettato i requisiti formali, ovvero data, sottoscrizione e autografia. Quindi, ha spiegato ancora Biino, “il deposito fiduciario presso un notaio non vi aggiunge alcunché”.
“Se non torno...”
E’ oggetto di diverse letture, invece, la dicitura “se non torno dall’ospedale...”. Potrebbe far pensare a una condizione ‘risolutiva’, destinata a far cadere il testamento, nel caso il testatore rientri a casa (come all’epoca successe). Ma l’espressione scelta dal Cav potrebbe anche essere interpretata per estensione, con ideali riferimento anche a ogni ricovero ospedaliero successivo. Occorre notare anche l’uso del condizionale nella frase “dovreste riservare queste donazioni”, poiché “si potrebbe trattare anche di un semplice desiderio del testatore e non di previsioni dal carattere imperativo”, ha aggiunto il presidente dei notai.
Chi pagherà i lasciti
Resta il punto interrogativo su chi dovrebbe pagare i tre maxi-lasciti: teoricamente il conto dei 230 milioni potrebbe ricadere solo sui due figli maggiori, Marina e Pier Silvio. Barbara, Eleonora e Luigi sarebbero esclusi da questo obbligo poiché sono beneficiari solo della quota legittima dell’eredità, che a rigor di legge non può essere intaccata, ma non di quella disponibile.
Le donazioni in vita
Per avere un’idea precisa dell’ammontare del patrimonio di Berlusconi e dunque procedere alla spartizione, in ogni caso, bisognerà ricostruire anche le eventuali donazioni effettuate durante la sua vita, non solo ciò che è stato lasciato al momento della sua scomparsa. Il lavoro degli avvocati in questo senso potrebbe durare anni.