Sabato 27 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Frena l’inflazione, svolta Bce: entro cinque mesi primo taglio dei tassi. L’ottimismo di Bankitalia

Il neogovernatore Panetta si attende cautela dalla Banca centrale: sì all’inversione di rotta. "Occorre evitare aggiustamenti bruschi da parte della Banca centrale europea"

Cautela, prudenza, attenzione. Sono gli aggettivi che Fabio Panetta, neogovernatore della Banca d’Italia, utilizza quando parla della Bce e della sua stretta sui tassi di interesse. Lo aveva già fatto in passato, iscrivendosi sul campo al partito delle "colombe" quando era componente del board dell’istituto di Francoforte.

Fabio Panetta, 64 anni, governatore della Banca d’Italia
Fabio Panetta, 64 anni, governatore della Banca d’Italia

Revisione

E ieri ha confermato che continuerà a farlo anche da governatore della Bankitalia, dal momento che come gli altri suoi colleghi dell’eurozona, siede di diritto nel Consiglio direttivo della Bce. Insomma, il messaggio è chiaro: è arrivato il momento di rivedere la stretta monetaria decisa dalla Banca Centrale per contrastare un’inflazione che, l’anno scorso, aveva raggiunto il 10%.

I numeri

Ma ora, spiega Panetta parlando alla cerimonia per i 60 anni del gruppo Bcc Iccrea, lo scenario e i numeri sono completamente diversi. Con un’economia che ristagna e un’inflazione che rallenta in Italia e nell’eurozona (2,4%) bisogna soprattutto evitare di creare "danni inutili" ed "effetti negativi sull’economia".

Inversione

Insomma, è arrivato il momento di ingranare la retromarcia sui tassi di interesse. Magari anche prima di quello che attualmente prevedono gli operatori, che si aspettano un primo taglio dei tassi nella seconda metà del 2024. I tempi, insomma, potrebbero essere più veloci, fra 4-5 mesi al massimo. Panetta non lo dice apertamente, ma suggerisce che il calo potrà esserci se si avrà un’accelerazione della dinamica dei prezzi. Nessuna frattura con il suo predecessore, Ignazio Visco: la linea di Bankitalia non cambia.

Lo stile

Cambia, invece, lo stile, diretto e conciso: "Occorre evitare aggiustamenti bruschi da parte della Bce, particolarmente dannosi per un’economia, come quella italiana, composta da una vasta platea di imprese, piccole e medie, fortemente dipendenti dal canale bancario". Parole che raccolgono un forte consenso nella platea delle banche cooperative che hanno proprio nelle Pmi e nelle famiglie il loro "core business".

L’altro rebus

Ma non c’è solo la questione dei tassi a preoccupare il numero uno di via Nazionale. C’è un altro spettro che si aggira per l’Europa: la possibile decisione di ridurre i bilanci della Bce e dell’eurozona. Un’operazione che avrebbe due effetti pesanti: da una parte una riduzione degli stock di debiti pubblici acquistati durante il periodo del Covid e, dall’altra, una ulteriore stretta del credito da parte delle banche, soprattutto quelle italiane, che inevitabilmente dovrebbero assorbire buona parte dei titoli degli Stati. Panetta non rinuncia a far suonare un campanello di allarme sui rischi di un aumento dei crediti deteriorati. Un appello raccolto dal dg di Bcc Iccrea Mauro Pastore che sottolinea i passi avanti nell’efficienza del gruppo con una forte riduzione dei crediti deteriorati in anticipo sui piani e che sarà allineato alle altre banche significative vigilate dalla Bce.

Obiettivo crescita

Ma, per il resto, il governatore ribadisce quella che è da anni il mantra della Banca d’Italia, in cui ha trascorso tutta la sua carriera: per il rilancio dell’economia occorre imboccare "un sentiero che va dagli investimenti alla produttività e quindi alla crescita. Questa "dipenderà quindi dalla capacità di aumentare il prodotto per unità di lavoro". Per il governatore questo obiettivo "richiede cambiamenti in più ambiti". "Investire in innovazione – rileva – è il punto di partenza dei necessari interventi ma non riduce l’urgenza di altre misure", dal funzionamento del sistema finanziario, mercato del lavoro, Pubblica amministrazione e giustizia. Una serie di misure che si devono accompagnare alla disciplina di bilancio e alla riduzione del debito pubblico, un peso di cui "dobbiamo liberarci".