NUCLEARE E GAS SONO VERDI O NO? Il dibattito infuria sulla Taxonomy Regulation europea e rischia di rivelarsi più complicato del previsto l’inserimento delle due fonti nella classificazione degli investimenti ecosostenibili (nella foto a destra, le proteste degli ambientalisti a Bruxelles). La Taxonomy Regulation è diventata una legge dell’Ue nel 2020, ma la risoluzione di alcuni nodi cruciali è stata affidata ai cosiddetti atti delegati, una legislazione di secondo livello in cui dirimere le questioni più tecniche. Il 31 dicembre scorso la Commissione europea ha fatto circolare tra gli Stati una bozza dell’atto delegato che fissa le condizioni per consentire alle due fonti energetiche di conquistare l’etichetta green. Bruxelles aveva dato tempo ai governi fino al 12 gennaio per presentare eventuali obiezioni, ma le capitali hanno chiesto e ottenuto una dilazione: la nuova scadenza è ora fissata per il 21 gennaio, dopodiché spetterà alla Commissione esaminare le osservazioni degli Stati membri e valutare possibili emendamenti alla bozza. Il testo definitivo dovrebbe essere pubblicato alla fine del mese, ma il rischio di bocciatura rimane: non tanto da parte del Consiglio, visto che i Paesi contrari non hanno la maggioranza qualificata necessaria per bloccare l’atto, ma da parte del Parlamento Europeo, dove basta la maggioranza semplice per respingere il provvedimento. La Commissione ritiene che il gas e il nucleare, a determinate condizioni che sono già definite, potrebbero svolgere un ruolo come tecnologie di transizione verso un sistema energetico verde, degne di essere finanziate dalla finanza sostenibile. Nella bozza, una centrale nucleare è riconosciuta fonte di energia pulita se rispetta la soglia massima di emissione di 100 grammi di CO2 per kilowattora e se dispone di un luogo dove depositare i rifiuti radioattivi. La Commissione mette come limite alla costruzione di nuove centrali nucleari il 2045, mentre per gli impianti già esistenti sarà ...
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