Martedì 16 Aprile 2024

Smart Working, progetto dei borghi abbandonati agli stranieri: venite a lavorare in Italia

Il Governo a settembre varerà una legge per incentivare il lavoro agile

Smart working e borghi: in arrivo una legge

Smart working e borghi: in arrivo una legge

Roma, 25 maggio 2023 – Lo smart working piace tanto anche al governo, al punto che a settembre varerà una legge per incentivarlo. A volte odiato, a volte amato, questa modalità di lavoro ha infranto definitivamente i confini territoriali e spaziali, lasciando ai lavoratori la libertà di lavorare comodamente da casa per aziende straniere, o di lavorare da un’isola delle Hawaii, sorseggiando un Tiki, per un’azienda italiana.

Questa variante del normale lavoro in presenza, non è solo apprezzata da molti cittadini, ma anche dal governo, che ha infatti deciso di aumentare gli spazi di coworking e di estendere la digitalizzazione anche nei borghi, così da convincere i lavoratori digitali di ogni Paese a lavorare dall'Italia. Una strategia utile e furba volta a contrastare la fuga di cervelli e a rendere più competitivi i borghi italiani nell’economia globale.

I numeri

Secondo i numeri dell’Osservatorio Smart Working, le persone che hanno lavorato da remoto in Italia nel 2020 sono state 6,58 milioni, praticamente 1/3 dei lavoratori dipendenti italiani. Ad oggi, complice la fine dello stato di emergenza, i lavoratori agili complessivi risultano quasi 3,6 milioni.

La legge

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che a settembre il governo varerà la legge "lavora nel mondo e vivi in Italia". "Il lavoro a distanza è incentivato in più professioni e in più imprese - spiega il ministro -. Consapevoli di questo, noi faremo una legge che, mettendo a sistema tante iniziative, come "Polis" di Poste, presenterà al mondo un'offerta che permetterà di vivere in Italia continuando a lavorare dove si ha avuto successo nella propria professione".

Le proposte precedenti

Nella scorsa legislatura era stato presentato un disegno di legge per la promozione del lavoro agile nei borghi, che non ha poi proseguito, però il proprio iter, ristagnandosi nella palude delle proposte di legge dimenticate. Si riferiva ai comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti, piccole realtà territoriali che “da oltre un decennio – si legge nel testo – registrano un progressivo spopolamento, accompagnato dall’invecchiamento della popolazione e dalla rarefazione delle opportunità di lavoro, con il conseguente diradamento dell’offerta dei servizi essenziali”.

L’Italia che scompare si fa viva

Da un po’ di tempo a questa parte in Italia, per tutti quei comuni che cercano abitanti, sono attivi degli incentivi fiscali per favorire il reinsediamento abitativo e il ripopolamento dei piccoli centri. Tra questi, il Bonus Casa di 15mila euro a fondo perduto attivo in Sardegna, la possibilità di stipulare affitti simbolici e il Bonus per il Lavoro a distanza. Diverse tipologie di aiuti sono presenti in Toscana, Emilia-Romagna e Molise, dove a essere interessati sono o i comuni montani o quelli sotto i 2mila abitanti.

I borghi che cercano abitanti

I comuni che cercano abitanti disposti a pagare chiunque sia interessato a trasferircisi non sono pochi. Anzi, da Nord a Sud le località tra cui scegliere sono molteplici. Tra questi Bormida, a un’ora da Genova, di soli 394 abitanti, che offre 2.000 euro a chiunque voglia viverci. Santa Severina, San Donato di Ninea, Aieta, Civita, Caccuri, Albidona, Sant’Agata del Bianco, Samo e Bova, comuni calabresi con meno di 2000 abitanti, per cui la Regione Calabria ha stanziato 28.000 euro per il loro ripopolamento a favore degli under40 interessati ad aprire o rilevare un’attività.

Roseto Valforte, borgo in provincia di Foggia in Puglia, dove il sindaco offre cinque mila euro a chiunque decida di trasferirsi e di aprire un’attività economica. Sempre in Puglia, a Candela, l’amministrazione è disposta a dare a chiunque voglia prendere la residenza nel comune 2000 euro. Nel dettaglio, per i single interessati al trasferimento sono disposti 800 euro, per le coppie 1.200 e 1.500/1.800 per le famiglie.

In Sardegna, invece, l’amministrazione Regionale, mette a disposizione un Bonus a fondo perduto per chi compra o ristruttura casa in un piccolo comune con meno di tre mila abitanti. Ovviamente, anche in questo caso è necessario trasferirsi nel borgo e richiedere la residenza entro 18 mesi dall’acquisto.

Infine, in Emilia-Romagna sono state accolte ben 175 domande pronte a essere finanziate dalla Regione col secondo bando contro lo spopolamento dei Comuni montani. Rivolto a giovani, coppie e famiglie under40 prevede uno stanziamento di 5 milioni di euro a fondo perduto per l’acquisto della prima casa in uno dei 121 Comuni montani dell’Emilia-Romagna

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