Giovedì 25 Aprile 2024

La misteriosa crisi del pomodoro pachino igp, tonnellate di prodotto invenduto

L'allarme del presidente del Consorzio di Tutela Sebastiano Fortunato: rischiamo la chiusura se non si interviene per cambiare la situazione

Il pomodoro pachino, un'eccellenza italiana da difendere

Il pomodoro pachino, un'eccellenza italiana da difendere

Buono, attraente alla vista e diverso da tutti gli altri. Un aspirante fidanzato? No, il pomodoro pachino igp, almeno a leggerne la descrizione sul sito ufficiale del consorzio. Che però di questi tempi ha davvero poche ragioni per sorridere, viste le tonnellate di prodotto invenduto o rimasto sulle piante che stanno mettendo in crisi il futuro di uno dei prodotti simbolo della nostra cucina.

Aziende in crisi

"Molti produttori – a lanciare l’allarme è stato il presidente del Consorzio di Tutela Sebastiano Fortunato - rischiano la chiusura se non si interviene in modo deciso e concreto per cambiare la situazione. Abbiamo tonnellate e tonnellate di pomodori rimasti sulle piante e pochissimi ordini da parte della grande distribuzione. Con questo inverno così atipico, in cui si rilevano temperature di addirittura 22 gradi, il prodotto matura velocemente e deve essere raccolto, ma senza acquirenti andrà in gran parte perduto. Facciamo appello al nuovo Governo che tanta sensibilità e attenzione ha mostrato verso le istanze del made in Italy, affinché ci aiuti a superare questa drammatica situazione, al fine di scongiurare la chiusura di centinaia di imprese siciliane che vivono esclusivamente sulla produzione del pomodoro”.

Costi elevati per i consumatori

In effetti di questi tempi il prezzo al consumatore è alto, visto che mediamente l’importo si aggira sui 4 euro al chilo, con punte anche ben superiori che arrivano a sei. Sull’altro lato della bilancia però c’è un’ulteriore beffa, quella dei bassi prezzi riconosciuti ai produttori agricoli. Il tema è purtroppo noto al tutto il settore e non certo da oggi, ma nel caso specifico pare essere ancora più enfatizzato da un mix di concause, legate anche al fatto che è vero che siamo a gennaio e che di questi tempi il pomodoro sarebbe decisamente fuori stagione, ma è altrettanto incontestabile il fatto che le temperature anomale degli ultimi mesi, più alte rispetto alla media, hanno comunque portato a una ampia produzione che si è allungata ben oltre le tradizionali ‘finestre’. Aspetto che, vista l’ampia offerta di merce, ha fatto ulteriormente scendere le quotazioni in fase di acquisto da produttore.

Produttori penalizzati

“Ci sono limiti precisi che regolano il prezzo minimo di acquisto del prodotto – ha precisato ancora Fortunato -, ma quasi mai vengono rispettati, ignorando in nome del profitto i sacrifici, la dedizione e la fatica dei tanti produttori locali che fanno ogni giorno sforzi enormi per portare sulle tavole degli italiani un prodotto unico, tra i più conosciuti e amati in tutto il mondo. A questo si aggiungono rincari energetici assolutamente inaccettabili e la concorrenza sleale del pomodoro proveniente dall'estero, dove il costo della manodopera incide sul prodotto solo per un 10% rispetto al 60% dell'Italia".

 

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