Lunedì 29 Aprile 2024

Pensioni, è fuga di anziani all'estero: +65% nel 2014

Dagli immigrati un 'regalo' per 3 miliardi: molti versano contributi previdenziali e non ricevono alcuna pensione SIAMO I PIU' CECCHI D'EUROPA, RECORD DEGLI OVER 80

Pensioni, il presidente dell'Inps Tito Boeri (Lapresse)

Pensioni, il presidente dell'Inps Tito Boeri (Lapresse)

Roma, 29 settembre 2015 - Gli anziani italiani espatriano in numero sempre maggiore. Ogni anno aumenta infatti il numero di coloro che emigrano e si fanno pagare all'estero la pensioni. Dopo la 'fuga dei cervelli', insomma, è iniziata la 'fuga dei pensionati'. Il fenomeno è chiaramente documentato nel rapporto 'World wide' dell'Inps, presentato dal presidente Tito Boeri: solo nel 2014 i pensionati espatriati sono stati 5.345, il 65% in più dell'anno precedente. Dal 2010 il numero è più che raddoppiato (+109%) arrivando a 16.420.

Boeri invita a prendere provvedimenti per ridurre questa tendenza, investendo in particolare in infrastrutture sanitarie e servizi per gli anziani. L'immigrazione di pensionati stranieri "è al palo", sottolinea il numero uno dell'Inps. Eppure, l'Italia "ha moltissime località" che hanno le carte in regola per attrarre pensionati, "magari località abbandonate" che potrebbero ripopolarsi. La condizione è però - sottolinea- che vengano "rese appetibili" con strutture sanitarie adeguate.

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I NUMERI - La fuga comporta per l'Italia diversi problemi, sia dal punto di vista econmico, che sociale. L'Inps eroga all'estero circa 400.000 trattamenti pensionistici all'anno per un importo complessivo di oltre un miliardo di euro in più di centocinquanta Paesi. "Il pagamento di una pensione all'estero rappresenta una perdita economica per l'Italia in quanto l'importo erogato non rientra sotto forma di consumi o di investimenti e genera un minor volume di imposte", ha spiegato l'Istituto. Fra l'altro, nei Paesi che hanno stipulato una convenzione in materia fiscale con l'Italia le pensioni vengono erogate al lordo e, per evitare una "doppia tassazione", le ritenute fiscali vengono applicate solo nei Paesi di residenza. Questo comporta, per il nostro Paese, un minore incasso in termini di imposte indirette. La fuga dei pensionati, comunque, non riguarda esclusivamente i pensionati di italiani ma anche i lavoratori stranieri che, dopo avere conseguito in Italia il diritto a pensione, decidono di rientrare nel Paese natio, o di trasferirsi in altro Paese.

DOVE NEL MONDO - Il 71% dei pensionati emigrati negli ultimi cinque anni si è trasferito in altri Paesi europei, il 10% in America settentrionale e il 6% in America meridionale. Raffrontando il 2014 al 2010, le percentuali di incremento maggiore si registrano in Oceania (+257%), Africa (+164%) ed America centrale (+114%). Considerando i pensionati delle gestioni private e pubbliche emigrati dall'Italia dal 2010 al 2014, l'importo dei trattamenti pensionistici loro corrisposti ammonta a 300.650.009 euro.

IL PARADOSSO - Il presidente dell'Inps sottolinea anche che "continuiamo a pagare ogni anno 200 milioni di euro di prestazioni assistenziali a pensionati che vivono in altri Paesi e che magari hanno un'assistenza di base: è un principio abbastanza strano, che altri Paesi non fanno ed è paradossale perché in Italia non ci sono strumenti contro la povertà e una rete di base proprio perchè si dice non ci siano le risorse". Riferendosi alle integrazioni al minimo e alle maggiorazioni sociali che vengono erogate dall'Inps ai pensionati residenti all'estero, Boeri ha spiegato che sono "persone che vivono e pagano le tasse altrove, riducendo il costo dell'assistenza sociale in questi Paesi mentre in Italia non abbiamo una rete di assistenza sociale di base".

IL REGALO DEGLI IMMIGRATI - "Un regalo consistente" all'Italia arriva dagli immigrati: molti versano contributi previdenziali e non ricevono alcuna pensione. Dal rapporto emerge che le persone con cittadinanza non italiana nate prima del 1949, con contribuzione Inps, che non hanno sin qui ricevuto prestazioni previdenziali né rimborso della decontribuzione, sono 198.430 (su 927.448 pari al 21%). I contributi versati valgono oggi oltre 3 miliardi di euro e si tratta di "un fenomeno in crescita". A questi si potrebbero aggiungere altri probabili 12 miliardi, calcolando il 21% delle 4,2 milioni di posizioni contributive delle generazioni di immigrati non ancora arrivati a maturare i requisiti di vecchiaia, che hanno erogato contributi che capitalizzati valgono oltre 56 miliardi.

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