Sabato 31 Agosto 2024

La nuova vita delle stazioni nei piccoli borghi italiani

di Egidio Scala Rendere le stazioni un valore aggiunto del tessuto sociale sfruttandone la presenza capillare sul territorio nazionale per convertirle...

di Egidio Scala

Rendere le stazioni un valore aggiunto del tessuto sociale sfruttandone la presenza capillare sul territorio nazionale per convertirle in centri multiservizi per cittadini e comunità locali. È l’obiettivo di ’Stazioni del Territorio’, progetto promosso dalle società del Gruppo FS e rivolto agli scali dei comuni con meno di 15mila abitanti. L’iniziativa punta a trasformare le stazioni in centri polifunzionali utilizzando fabbricati, con spazi disponibili, e aree esterne in disuso così da renderli fruibili per la collettività.

Il progetto è stato presentato nella sede del Gruppo FS a Roma alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, dal Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, dal Segretario Generale Anci Veronica Nicotra, dall’ad di FS Luigi Ferraris, dall’ad e direttore generale di RFI Gianpiero Strisciuglio e dal direttore Luiss School of Government e Condirettore Luiss Policy Observatory Giovanni Orsina. Durante la presentazione è stato effettuato un collegamento con la stazione di Popoli-Vittorito (Pescara).

Stazioni del Territorio coinvolgerà 20 scali in tutta Italia e ha già preso il via in cinque stazioni pilota, situate nelle quattro regioni del Centro Italia coinvolte nei sismi del 2009 e del 2016: Popoli-Vittorito (Pescara), Urbisaglia-Sforzacosta e Matelica (Macerata) sono in fase di completamento, mentre Antrodoco Centro (Rieti) e Baiano di Spoleto (Perugia) sono attualmente interessate dagli interventi che si concluderanno nel 2025. Per ogni stazione sono state ascoltate le esigenze espresse dal territorio e sono stati inseriti i servizi e le funzioni richieste, dagli ambulatori medici alla farmacia, dalle postazioni di lavoro con prese elettriche agli Amazon Locker.

Le altre stazioni che saranno coinvolte sono: Sesto Calende (Varese), Arona (Novara), Gemona del Friuli (Udine), Camogli (Genova), Diano Marina (Imperia), Passignano sul Trasimeno (Perugia), Piazza al Serchio (Lucca), Loreto (Ancona), S. Gavino Monreale (Sud Sardegna), Golfo Aranci (Sassari), Tropea (Vibo Valentia), Maratea (Potenza), Cesano di Roma (Roma), Sant’Agata di Militello (Messina), San Marcellino-Frigano (Caserta).

"In Italia – ha spiegato Ferraris – come gruppo Ferrovie abbiamo 2200 stazioni operative, di cui 1200 si trovano in comuni sotto i 15mila abitanti. Abbiamo quindi la responsabilità sociale nel contribuire che molti di questi luoghi si spopolino, rimanendo vivi. Siamo convinti che questa iniziativa possa far rinascere i piccoli centri, accrescendo il valore delle stazioni e trasformandole da luoghi di transito a centri

polifunzionali".

I criteri per la selezione sono stati i seguenti: Comuni al di sotto dei 15mila abitanti, copertura della rete internet, disponibilità di spazi adeguati all’inserimento dei servizi, con servizio viaggiatori attivo, e situate prevalentemente in contesti urbanizzati. I servizi presenti in stazione sono stati oggetto di accordi sottoscritti dal Gruppo FS Italiane con Amazon Locker, Associazione Nazionale Carabinieri, Croce Rossa Italiana, Federazione dei Medici di Medicina Generale (FIMMG), Federfarma e Sport e Salute.

L’iniziativa prevede anche l’interlocuzione con Infratel Italia che è a disposizione per portare la connessione WI-FI gratuita nelle stazioni. Secondo lo studio ’Piccole Stazioni: un tempo nuovo per i borghi’ realizzato dal Policy Observatory della Luiss in collaborazione con Gruppo FS è emerso che il 78% degli intervistati ritiene che risiedere in un borgo offra una migliore qualità della vita rispetto alla città, di particolare interesse che il 39% dei giovani tra i 18 e i 34 anni abbia valutato la possibilità di vivere in un borgo. La tendenza, tuttavia, si scontra con alcune sfide, come l’accesso ai servizi, la connettività e le opportunità di lavoro.