Lunedì 29 Aprile 2024

Pace fiscale, Siri annuncia tre scaglioni. Poi corregge: "Aliquota unica al 25%"

Il sottosegretario leghista spiega: "Non è per gli evasori, ma per chi è in regola e non ha risorse per pagare perché in difficoltà". Decreto e Dpb al Consiglio dei ministri di lunedì prossimo Pace fiscale, i nodi da sciogliere. Conte: "Troveremo la sintesi"

Il sottosegretario leghista Armando Siri (ImagoE)

Il sottosegretario leghista Armando Siri (ImagoE)

Roma, 13 ottobre 2018 - Restano ancora nodi da sciogliere sul decreto fiscale sebbene, secondo quanto si apprende da fonti del governo, il provvedimento sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di lunedì prossimo insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb), cornice della manovra 2019. Il varo del provvedimento potrebbe quindi slittare anche se il Dpb, che costituisce l'ossatura della legge di bilancio, deve essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. La manovra poi deve essere inviata alle Camere entro il 20 e non è escluso che un secondo Cdm si possa tenere prima di quella data, presumibilmente giovedì. 

LE ALIQUOTE - Intanto il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri (Lega), indica le coordinate di riferimento. Il provvedimento potrebbe comportare tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25%, dice in mattinata, "a seconda della posizione patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa richiesta". Poi più tardi corregge il tiro: "La nostra proposta iniziale era prevedere tre scaglioni ma visto che c'è una sovrapposizione con l'attesa delle entrate sulla rottamazione, un compromesso potrebbe essere un'aliquota al 25% sull'imposta dovuta, senza pagare sanzioni e interessi. E sarebbe rivolta ai contribuenti in regola con la dichiarazione dei redditi che versano in difficoltà economica. Non sono evasori ma soggetti ai quali offriamo un saldo stralcio della loro posizione con il fisco. Diversa è la questione di chi ha un contenzioso". Il problema, ha spiegato Siri, "è solo tecnico, per far quadrare i conti".

Pace fiscale, i nodi da sciogliere. Conte: "Troveremo la sintesi"

TETTO A 200MILA EURO - L'altro aspetto da chiarire resta la soglia di debito da fissare entro cui il contribuente che ha un contenzioso con il fisco potrebbe accedere alla sanatoria: il punto di caduta potrebbe essere 200.000 euro. Secondo quanto si apprende la Lega continua a puntare a un tetto di 500.000 euro ma i pentastellati premono per scendere a 200.000 euro. Infine si sta lavorando per allargare lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro oltre il 2010.

L'accordo con i 5 Stelle sulla pace fiscale ancora non c'è ma per Siri "non esiste un problema politico". "Qualcuno dei tecnici ora dice che il saldo e stralcio crea un buco nel bilancio dello Stato, ma la si sta facendo più complicata di quella che è - afferma -. Non ha nessun senso tenere a bilancio partite che sono come limoni secchi". L'obiettivo è portare il decreto legge al consiglio dei ministri di lunedì, ma - precisa - "non portiamo in cdm un decreto che non sia coerente con i nostri propositi". "La proposta della Lega è molto chiara e non abbiamo intenzione di fare passi indietro - ribadisce quindi - per noi è saldo e stralcio delle posizioni di chi non riesce a fare fronte ai pagamenti di Equitalia. Non vogliamo compromessi tecnici". 

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