Giovedì 16 Maggio 2024
ELENA COMELLI
Economia

G7 Energia, accordo tra i ministri. Stop definitivo al carbone entro il 2035

Sarà messa al bando la fonte fossile che genera più gas serra. Pichetto Fratin: "L’Italia è pronta"

G7 Energia, accordo tra i ministri. Stop definitivo al carbone entro il 2035

G7 Energia, accordo tra i ministri. Stop definitivo al carbone entro il 2035

Il G7 Clima, Energia e Ambiente trova una quadra sull’uscita definitiva dal carbone, la cui deadline dovrebbe essere fissata entro il 2035. Ad anticipare l’accordo, che sarà messo nero su bianco nel comunicato stampa con cui oggi si chiuderà il summit andato in scena alla Reggia di Venaria, è stato il ministro dell’Energia del Regno Unito, Andrew Bowie, ai microfoni d Class Cnbc. "Abbiamo un accordo per uscire dal carbone nella prima metà degli anni 2030. È un accordo, storico tenendo conto che l’anno scorso, alla Cop28 di Dubai, non eravamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Quindi riuscire ad avere i Paesi del G7 intorno un tavolo che mandano un segnale al mondo sul fatto che le economie avanzate sono pronte ad abbandonare il carbone è incredibile".

Sul capitolo più divisivo al centro del confronto tra i ministri del G7 arriva dunque un compromesso che mette d’accordo tutti, sia coloro che continuavano a sostenere l’utilizzo del carbone come fonte energetica, sia quelli che, come la Francia, chiedono un cronoprogramma molto stringente per l’abbandono definitivo della lignite, ma anche per l’uscita dal petrolio e dal gas. Sul compromesso finale arriva alla fine il via libera del Giappone, che però non ha indicato un programma puntuale per l’uscita definitiva.

Con l’intesa che sarà ufficializzata anche dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’Italia porta così a casa un primo risultato per questo appuntamento che vede la partecipazione di 32 capi delegazione, dai rappresentanti dei Paesi del G7 a quelli della Commissione Europea, passando per una folta delegazione di Paesi esterni, dall’Algeria al Brasile, prossima presidenza del G20.

Il capitolo sul carbone si appresta a essere definitivamente archiviato anche in Italia dove, come ha spiegato lo stesso Pichetto Fratin nei giorni scorsi, il governo è intenzionato a dare una stretta. "L’Italia è pronta a dire addio al carbone, la fonte fossile che genera più gas serra", ha spiegato il titolare del Mase. "Abbiamo valutato i tempi: potremmo arrivarci nei prossimi mesi, anche se con l’attuale scenario geopolitico è più probabile parlare di un anno per l’Italia continentale e del 2027 per la Sardegna", ha precisato. Lo stop al carbone non cambia molto l’assetto della produzione elettrica nazionale. A marzo, stando al report mensile di Terna, l’energia prodotta con il carbone ha generato 243 gigawattora sui 25.698 complessivi della domanda nazionale, quindi meno dell’1%, in calo dell’87% sul 2023.

L’anno scorso la bolla del prezzo del gas portò a riattivare in parte le sei centrali a carbone ancora presenti in Italia, che hanno contribuito a coprire il 4% della domanda elettrica nazionale, un terzo della media europea che è stata del 12%. Ora invece le sei centrali sono ferme o quasi, tanto che le tre in capo all’Enel (Brindisi, Civitavecchia e Portovesme) si fermeranno già nel 2025, quindi dieci anni prima della data fissata dal G7.

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