Mercoledì 14 Maggio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Viaggi autentici e sostenibili a portata di smartphone

L'overtourism in Italia è un grave problema, con il 70% dei turisti concentrati sull'1% del territorio. Unexpected Italy propone soluzioni per ridistribuire il turismo in luoghi meno affollati, valorizzando esperienze autentiche e sostenibili.

L'overtourism in Italia è un grave problema, con il 70% dei turisti concentrati sull'1% del territorio. Unexpected Italy propone soluzioni per ridistribuire il turismo in luoghi meno affollati, valorizzando esperienze autentiche e sostenibili.

L'overtourism in Italia è un grave problema, con il 70% dei turisti concentrati sull'1% del territorio. Unexpected Italy propone soluzioni per ridistribuire il turismo in luoghi meno affollati, valorizzando esperienze autentiche e sostenibili.

L’OVERTOURISM È IL PROBLEMA più grave del turismo italiano. Si stima che il 70% dei turisti – tra di loro, solo cinque nazionalità rappresentano il 55% dei soggiorni stranieri: il 15% dagli Stati Uniti, Germania 12%, Francia 11%, Regno Unito 10% e dal Canada 7% – si concentra sull’1% del territorio italiano. Ad elaborare i dati consolidati da Banca d’Italia e Istat è stata The Data Appeal Company. Tra le città catalizzatrici di questi ritrovi di massa nei luoghi iconici Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli. Unexpected Italy, startup tech che propone mete turistiche "inaspettate" in relazione col territorio ha avanzato una soluzione. Lo ha fatto partecipando al Geneve/Fribourg Entrepreneurship Forum, evento che si è tenuto a giugno al Palazzo delle Nazioni dell’Onu. "La nostra soluzione per redistribuire il turismo su tutto il tessuto nazionale, per cercare di invertire il trend dell’overtourism è quella di proporre e promuovere territori insoliti", dice la founder della startup con sede a Bari, Vicenza e Barletta, Elisabetta Faggiana. "Ci sono benefici economici, ambientali e sociali di una valorizzazione dei territori che parte dalle persone e dai business indipendenti che offrono esperienze autentiche in ambito enogastronomico, ricettivo, artigianale e produttivo", aggiunge Faggiana. "Quando si parla di esperienza con Unexpected Italy non siamo di fronte alla classica visita guidata. Noi proponiamo l’esperienza umana di viversi un territorio e le sue persone, di vedere artigiani al lavoro, di assaporare i prodotti del territorio, il viversi una sagra o un mercato locale, in poche parole immergersi appieno nelle comunità locali e sentirsene parte", spiega Savio Losito, che con Faggiana ha fondato prima Unexpected London, poi Unexpected Italy.

La founder del progetto traveltech è Elisabetta Faggiana. Classe 1982, originaria di Arzignano, nel Vicentino, mamma inglese. A Londra incontra Savio Losito, classe 1987, originario di Barletta, un mappatore seriale, oggi suo marito e co-fondatore di Unexpected Italy (nella foto in alto). Con lui nasce "Unexpected London", esperienze urbane per piccoli gruppi alla scoperta della Londra più autentica. La startup diventa celebre soprattutto in Europa, riceve premi e riconoscimenti sulla stampa internazionale. A Bari la coppia decide, poi, di fondare la startup che si impegna a sviluppare un vero e proprio ecosistema di viaggio, che parte dalla promozione del territorio e dalla ricerca delle realtà indipendenti e autentiche. Elisabetta e Savio ritengono che per superare l’overtourism occorra disintermediare. Il che significa che la struttura, se scelta, deve solo pagare un fisso per essere presente sul portale e incassa il 100% della prenotazione. Ma per rimanerci deve garantire alti standard di autenticità, territorialità, sostenibilità e attenzione al cliente. Oltre ad un decalogo, Unexpected Italy, sta mettendo a punto anche un’app, con una piccola guida 3.0 geolocalizzata e altamente targetizzata, dove il viaggiatore, in base alle proprie passioni, interessi e personalità, avrà accesso ad itinerari digitali che permettono di organizzarsi il proprio viaggio personalizzato in pochi clic entrando in contatto diretto con posti unici e locali, impossibili da trovare sui classici canali turistici.

La startup tutta italiana per ora è piccola e punta a crescere. L’obiettivo dei due fondatori per ora è quello di mappare le strutture ricettive che possano ospitare i turisti, anche, anzi, soprattutto, fuori dalle tratte più comuni. Oltre alle città d’arte classiche, infatti, l’Italia ha molti altri borghi splendidi e tutti da scoprire. I problemi per portare in queste parti d’Italia meno note e quindi meno affollate turisti rimango sempre gli stessi, ovvero collegamenti e servizi. Ma, per i due fondatori, oggi la tecnologia consente di ovviare a molti problemi che i viaggiatori hanno avuto in tutti i tempi. Con l’app, infatti, ma anche con guide che ben conoscono i territori, si evita in primis di perdersi, e si va ’a colpo sicuro’ su strutture ricettive, ristoranti, botteghe artigiane autentiche e davvero uniche, insomma da scoprire. Per i due fondatori, che hanno scritto anche un decalogo dell’autenticità, solo così i territori più fragili possono sopravvivere all’overtourism: "Dobbiamo cambiare il modo in cui viaggiamo, quando viaggiamo e cosa facciamo quando viaggiamo per combattere l’overtourism e incoraggiare un turismo che sia positivo per la gente del posto, per l’ambiente e per i viaggiatori. Per raggiungere questo obiettivo è necessario aumentare la consapevolezza sui danni creati dal turismo di massa e mettere in atto un sistema che aiuti i turisti a viaggiare in modo più responsabile, a interagire maggiormente con la gente del posto per esperienze più significative e personali. In un modello sociale che si basa sul contributo economico, sociale e ambientale alla vita locale, riteniamo che sia necessario costruire un nuovo modello turistico basato sulla stagionalità estesa, sul rispetto dell’ambiente e sul sostegno delle imprese di proprietà locale. Un modello che si basa su standard chiari sia per gli host che per i viaggiatori".

Di viaggi responsabili si parla almeno da vent’anni, ma la proposta di questa startup va oltre e propone di "sostenere l’agricoltura locale, la produzione artigianale e le tradizioni locali". "Lo facciamo raccontando ai turisti che ci scelgono le storie in modo significativo e personale e offrendo ai viaggiatori l’opportunità di provarle in prima persona la vita e i mestieri dei luoghi", dicono i due fondatori. "Utilizziamo la tecnologia e l’intelligenza artificiale per consentire agli host di rivolgersi ad un pubblico specifico durante tutto l’anno e incoraggiarli a sostenere attivamente le piccole imprese locali. Ciò aiuta a combattere l’overtourism e ad alleviare l’impatto del turismo sulle comunità locali, incoraggiando un rapporto più armonico e vantaggioso tra turisti e gente del posto".