"A CHI È INTERESSATO a lavorare in Chiesi, suggerisco di passare nella nostra caffetteria. Incontrerà persone empatiche, attive, entusiaste. Vuol dire che si sta bene. E che siamo un’azienda attrattiva lo dimostrano le persone straordinarie che continuiamo ad assumere e che vedono in noi qualcosa di speciale". Giuseppe Accogli (executive leader con 25 anni di esperienza nel settore med-tech in aziende strutturate e di successo come Baxter e Medtronic) è amministratore delegato dall’aprile 2023 del Gruppo Chiesi (Parma), una realtà da oltre 3 miliardi di euro di ricavi, e se guarda alla caffetteria interna una ragione ci deve pur essere. Le persone sono al centro di tutto, dalla cura, quando sono pazienti, alla progettazione degli ambienti di lavoro e alla definizione dei programmi di crescita individuali, in una logica da ’Great Place to Work’, nel caso degli oltre 7.000 collaboratori del Gruppo.
Dottor Accogli, come stanno andando i conti dell’azienda?
"Nel 2023 le vendite hanno superato i 3 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2022 trainate dalla crescita della business unit Rare (+65%) e di tutti i prodotti in tutte le aree geografiche in cui il Gruppo opera. Per il 2024, il primo semestre è sopra le attese e a fine anno credo che potremmo raggiungere una crescita compresa tra il 5 e il 9%. Ma da qui al 2030 abbiamo l’ambizione di raddoppiare i nostri ricavi".
Una crescita alla quale serviranno capitali esterni?
"Se intende chiedermi dell’eventuale ingresso di fondi o di quotazioni, direi no in questo momento. L’azienda è e vuole restare a capitale familiare. Per il quarto anno consecutivo, abbiamo una redditività del 30% circa, che è fondamentale per investire in ricerca e innovazione il 24% dei ricavi, e una posizione finanziaria netta solida. Per questo le dico che ora non c’è nessuna necessità di valutare l’ingresso di fondi di investimento o quotazioni in Borsa".
Lei ha lavorato per aziende quotate. Le manca quel mondo?
"No. Là si ragiona per mesi e trimestri. In Chiesi c’è la serenità di poter pensare al lungo periodo. Una dimensione che mi piace. Anche se è sfidante, pensando all’obiettivo di raddoppiare i ricavi da qui a sei anni".
Quali sono le aree di business dell’azienda?
"Sono essenzialmente tre: la prima, per dimensione, è quella dedicata alle patologie respiratorie. Le principali sono l’asma e la Bpco (Broncopneumopatia cronica ostruttiva). Vale il 56% del nostro business e nel 2023 ha servito oltre 10 milioni di pazienti nel mondo. Un dato che ci rende orgogliosi e che però, al tempo stesso, ci attribuisce una grande responsabilità: quella di realizzare prodotti di qualità, efficaci e sicuri, assicurandoci di garantire una fornitura sufficiente a rispondere ai bisogni terapeutici di tutti i pazienti. Poi ci sono i farmaci destinati alla cure specialistiche e alla neonatologia, il cosiddetto Care Tra i vari prodotti di quest’area, che pesa per il 26% del nostro business, sono orgoglioso dei farmaci in neonatologia. Il surfattante polmonare rappresenta lo standard terapeutico mondiale nel trattamento dei neonati prematuri affetti da distress respiratorio. Con il nostro surfattante sono stati trattati oltre sette milioni di pazienti piccoli e fragili affetti da questa condizione acuta estremamente grave che ne compromette la respirazione".
La terza?
"È l’area Rare. Parto da una premessa: si stima che 350 milioni di persone, nel mondo, convivano con malattie rare. Condizioni che hanno un’incidenza di 5 casi ogni 10.000 abitanti e che per il 95% dei casi risultano senza trattamenti approvati. Dal 2020 in modo particolare, con la nascita di Chiesi Global Rare Diseases, dedichiamo grande attenzione alla ricerca scientifica e al trattamento dei pazienti con patologie rare: operiamo nel campo degli errori congeniti del metabolismo, delle malattie ematologiche e immunologiche rare, dei disturbi endo-metabolici e della dermatologia. Oggi questa business unit vale il 18% dei nostri ricavi, oltre 500 milioni di euro. Una crescita rapida, che abbiamo sostenuto anche tramite acquisizioni".
Quanti sono i dipendenti di Chiesi?
"Nel mondo siamo oltre 7mila collaboratori: un numero in continuo aumento per sostenere la crescita del Gruppo. Il 56% è rappresentato da donne, percentuale che cresce al 66% nell’area Ricerca e Sviluppo, mentre i giovani under 30, nel 2023, sono stati il 23% dei nuovi assunti. E il profilo è sempre più internazionale, per affrontare al meglio la sfida di competere nel mondo. Ad esempio, il 50% dei manager che appartengono alla mia prima linea è straniero".
Com’è la ripartizione del business?
"Siamo al 10% in Italia e al 90% all’estero. Sul totale, l’Europa – Italia inclusa – pesa per il 66%, gli Usa per il 19% e gli altri mercati internazionali, con la Cina, intorno al 15%. Gli Stati Uniti sono il mercato che nel 2023 ha mostrato la crescita più significativa, favorito dall’acquisizione di Amryt e dal lancio di due prodotti nell’ambito delle malattie rare. Proprio dagli Usa e dalla Cina ci aspettiamo un ulteriore grande contributo alla nostra crescita. Affrontare efficacemente le sfide future e il mercato globale richiederà la collaborazione tra aziende, agenzie regolatorie e fornitori all’interno dell’industria farmaceutica".
Tra 10 anni cosa sarà Chiesi?
"I pazienti sono e saranno sempre la nostra priorità. Riconoscendo l’unicità dell’esperienza di ogni persona durante il percorso di cura, abbiamo introdotto un Patient Journey Framework: un approccio comune alle diverse patologie che, ripercorrendo le diverse fasi dell’esperienza del paziente (dalla diagnosi della malattia alla terapia farmacologica e al supporto di cui necessita), tiene anche conto degli aspetti specifici delle malattie, dei sistemi sanitari nazionali e della collaborazione con i medici".