POCHI GIORNI FA, fra le prime aziende italiane a farlo, Snam ha presentato il suo primo Transition Plan, un documento articolato e periodicamente aggiornabile nel quale sono delineati strategia, obiettivi, azioni e risorse del Gruppo in vista del 2050, del target Net Zero e di precisi obiettivi legati alla biodiversità degli ecosistemi interessati dalla presenza di impianti e gasdotti. Coerente con gli scenari elaborati assieme a Terna e con il Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima, il piano offre una vista di medio e lungo periodo, lungo la quale il 99% degli asset del gas, potendo veicolare molecole verdi e facendo riferimenti a business regolati, evidenzia un alto tasso di resilienza ai cambiamenti indotti dalla transizione.
Illustrando la destinazione dei 26 miliardi di investimenti previsti entro il 2032, quando il 52% degli stessi sarà allineato alla Tassonomia europea, il Piano rilancia l’impegno del Gruppo nei business dedicati alla transizione energetica (biometano, idrogeno, efficienza energetica, cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica) e sottolinea la crescita della finanza sostenibile, oggi all’80% e vicina all’obiettivo dell’85% fissato al 2027, anno entro il quale il Gruppo punta anche ad avere cantieri capaci di incidere positivamente sulla natura dei territori attraversati. Già adesso, il 50% del funding è vincolato a obiettivi di riduzione delle emissioni, su cui il Gruppo conferma i target: carbon neutrality al 2040 sulle emissioni dirette (scese del 10% fra 2022 e 2023) e Net Zero al 2050 su tutte le emissioni, fornitori inclusi. Rispetto al 2015, inoltre, nel 2023 Snam ha ridotto del 57,5% le sue emissioni di metano e guarda ai prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032.
Il Transition Plan poggia su una governance che dal 2021 incorpora la transizione energetica nello statuto dell’azienda e stabilisce una politica di remunerazione coerente con gli obiettivi, promuovendo un coinvolgimento sistematico di tutti gli stakeholder.
G. C.