Giovedì 25 Aprile 2024

La strana impennata del prezzo del gas e il rischio rincari per le bollette future. Cosa sta succedendo

Dopo mesi di ribassi le quotazioni ad Amsterdam sono improvvisamente aumentate in relazione ai dubbi sulle forniture di metano liquido dagli Usa

S'impenna il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam. I future Ttf, punto di riferimento del metano in Europa, hanno segnato un rialzo massimo del 20,3% a 28,5 euro al megawattora, per poi ripiegare a 28,09 (+18,6%).

Un fornello del gas
Un fornello del gas

Ad alimentare la fiammata del gas - le cui quotazioni si sono inabissate nel 2023 grazie a un inverno mite, a consumi ridotti e a stoccaggi che si stanno ricostituendo rapidamente - sono i rischi di una competizione con l'Asia per i cargo statunitensi di gas liquefatto che, secondo Bloomberg, è al momento più remunerativo vendere in Oriente.

Un rischio che si innesta in un contesto ancora fragile, dove la disponibilità di gas in Europa risente del taglio delle forniture russe.

Conseguenze che potrebbero poi ripercuotersi sulle bollette. Se infatti gli aumenti odierni non vadano a impattare immediatamente sulle bollette, se lo scenario è quello prospettato dai motivi che hanno portato al rialzo. E’ evidente che se nel lungo periodo questa situazione e questi aumenti ad Amsterdam dovessero continuare (in particolare nel periodo estivo che è invece un periodo generalmente di ribassi del prezzo del gas).

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Intanto in maggio i consumi italiani di gas sono rimasti al di sotto delle medie decennali con l'industria ancora lontana dai livelli pre-crisi e allineata ai valori 2020, centrali termoelettriche che risentono dei consumi deboli e della buona offerta rinnovabile, il tutto appena temperato da una lieve ripresa del civile per le temperature più rigide.

È quanto emerge dall'ultimo numero di Staffetta Gas che contiene elaborazioni sui dati di Snam ReteGas e del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica.

In particolare, in maggio l'Italia ha consumato 3.909,7 milioni di metri cubi di gas, in calo del 5,2% sullo stesso mese del 2022 e del 3,4% sulla media del decennio 2013-2023, si legge nella nota di Staffetta.

Le importazioni hanno rallentato in maggio più dei consumi (-13,6%, -8% sulla media decennale) sommandosi a una contrazione dell'8,1% della produzione nazionale a 238,1 milioni di metri cubi (-43% sul 2013-22). Decisa frenata, di conseguenza, per le iniezioni nette negli stoccaggi: -27,3% sul già debole maggio 2022 e -22,7% sulla media decennale.

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Da sottolineare però il livello di riempimento: 74,4% al 31 maggio scorso contro il 49,9% dello stesso giorno del 2022. Il rallentamento delle immissioni sembra dovuto all'intenzione degli operatori di approfittare nelle settimane a venire degli effetti della tendenza al ribasso dei prezzi. Guardando alle singole fonti di importazione, il calo dei volumi ha interessato Algeria (-10,5%), Azerbaigian (-10,6%), il Gnl dal Qatar (-8,8%) e la Russia (-74,7%). In controtendenza il Nord Europa (+3,9%) e soprattutto il Gnl a Livorno (+368%) e a Panigaglia (+26%).

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