Mercoledì 24 Aprile 2024

A gennaio previste 504mila assunzioni. Ecco i settori con più offerte di lavoro

Si tratta di un aumento del 10% rispetto al 2022. La domanda di lavoro torna così sopra i livelli pre Covid. Rimangono le difficoltà di reperimento del personale, che riguardano quasi una posizione su due (45,6%). Quasi il 20% delle offerte sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila)

Colloquio di lavoro (foto d'archivio)

Colloquio di lavoro (foto d'archivio)

Nonostante l’inflazione a e i venti di recessione che spirano un po’ in tutta Europa, per l’occupazione il 2023 si apre con numeri positivi. Una conferma della vitalità del mercato del lavoro italiano arriva infatti dagli ultimi dati elaborati dal sistema informativo Excelsior, di Unioncamere - Anpal, con le proiezioni per le assunzioni nel primo mese dell’anno. A gennaio le imprese ricercano oltre mezzo milione di lavoratori, 504mila per l’esattezza.

Si sale a 1,3 milioni di ingressi previsti nei primi tre mesi dell’anno (gennaio-marzo 2023). Rispetto a gennaio 2022 ci sono 46mila assunzioni in più (+10,1%), che diventano quasi 149mila in più prendendo come riferimento il trimestre gennaio-marzo 2022 (+12,9%). Numeri importanti che collocano la domanda di lavoro prevista per l’inizio dell’anno abbondantemente sopra i livelli pre-Covid: +14% (+62mila assunzioni) rispetto a gennaio 2019. A guidare le assunzioni sono i settori trainanti dell’economia italiana.

Il comparto manifatturiero segna un incremento su base annua del 17,8% (+19mila assunzioni). Seguono il turismo (+10mila unità; +21,0%), i servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila; +17,7%) e i servizi alle persone (+7mila; +12,9%).

A gennaio l’industria ha in programma 174mila assunzioni. Sono alla ricerca di personale le imprese delle costruzioni (51mila entrate), seguite dalle imprese della meccatronica con 34mila entrate e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che programmano 27mila entrate. I servizi prevedono di assumere 330mila lavoratori: a offrire le maggiori opportunità lavorative sono i servizi alle persone che ricercano 64mila profili, seguiti da commercio (60mila) e turismo (58mila).

Ma la fotografia scattata da Unioncamere-Anpal, evidenzia anche una crescita nella difficoltà di reperimento di personale che ormai può essere ritenuta strutturale: dal 38,6% dello scorso anno al 45,6% di gennaio 2023 (pari a circa 230mila assunzioni). Insomma, si fatica a trovare quasi un profilo su due. La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). Nello specifico, sono maggiormente difficili da reperire dirigenti (66,1%), operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49,0%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41,0%). Supera i 4 mesi (4,3 per la precisione) il tempo medio di ricerca necessario per ricoprire le posizioni aperte valutate dalle aziende di difficile reperimento.

Per quanto riguarda i dati territoriali, la domanda di lavoro nel nuovo anno è tirata dalle regioni del Nord Ovest e del Nord Est, con oltre 171mila e circa 123mila assunzioni previste, rispettivamente. Ma anche Sud e Centro mostrano segnali positivi, con oltre 109mila e circa 101mila ingressi.

Rispetto a gennaio 2022, è la Lombardia la regione che prevede più assunzioni di tutti, +12.300, seguita da Lazio, +4.820, Veneto e Campania con oltre 3.200 a testa. Sul fronte delle condizioni contrattuali, il contratto a termine resta la forma di assunzione maggiormente proposta con 208mila unità, pari al 41,3% del totale. Ma un ingresso su quattro (24,3%) è a tempo indeterminato, a testimonianza anche di un incremento delle trasformazioni dei rapporti a termine, segnalato anche nei dati Istat di ottobre 2022. Guardando alle fasce d’età, sono 153mila le assunzioni programmate rivolte in modo preferenziale ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento del 48%. Circa il 20% delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila). Per il 18,1% delle assunzioni (oltre 91mila) le imprese pensano di rivolgersi a lavoratori immigrati, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.

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