Giovedì 14 Novembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Italiani sempre più vegani: giro d’affari da 700 milioni di euro

Il 23% si dichiara flexiteriano, cioè vegetariano flessibile: si concede saltuariamente della carne, non per questo inficiando la propria idea di fondo

Una tavola con piatti vegetariani (foto iStock)

Una tavola con piatti vegetariani (foto iStock)

La celebre frase di Jean-Anthelme Brillant Soverian, “Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei”, al giorno d'oggi avrebbe risposte sempre più parziali, complicate, estemporanee. Sono infatti in continua evoluzione i gusti degli italiani, influenzati da mode più o meno passeggere, e da un pesante marketing che prova a modificare i gusti che hanno per decenni caratterizzato i palati italiani, legati alla dieta mediterranea e a una sostanziale stagionalità del consumo di frutta e verdura. Infatti sono sempre di più i connazionali che si dichiarano vegani, flexiteriani o vegetariani, e di conseguenza si modificano anche le scelte aziendali e i processi di produzione dei cibi.

Un giro d'affari da 700 milioni di euro

La crescita esponenziale dei consumi di prodotti vegani, ha indotto molti colossi a cambiare ad esempio la scelta delle proteine, preferendo quelle vegetali in molti snack o prodotti elaborati. Infatti troviamo sempre più spesso sugli scaffali prodotti a base di proteine vegetali quali soia, lenticchie, ceci, avena o pomodori, che in qualche modo provano ad avvicinarsi al sapore delle proteine animali. Nei prossimi 15 anni, stando ad un'analisi di JP Morgan, la vendita di carni vegetali supererà nel mondo i 100 miliardi di dollari annui. Questo ha sicuramente una incidenza positiva sulle emissioni ad esempio di Co2, e ha convinto a diventare vegetariani circa il 7% degli italiani, e vegano oltre il 2%. Anche i formaggi vegetali, stando al Variant Market Research, raggiungeranno i 3,9 miliardi di dollari di fatturato nell'anno in corso, e tale comparto vede l'Italia fra i primi consumatori in Europa. Hanno uno spazio sempre più importante nel mondo del vegetale anche le bevande, che nel 2023 hanno avuto una crescita del 7% del fatturato, raggiungendo i 310 milioni di euro in Italia. A contribuire a questo successo, sia l'allargamento della base proteica a nuovi gusti, sia il sempre più alto numero di intolleranti al lattosio, sia il fatto che tali bevande hanno spesso meno grassi e più proteine del latte, o sono comunque preferite per il loro gusto delicato.

Flexiteriani in costante aumento

Una delle categorie in crescita è quella dei flexiteriani, che sono ormai il 23% della popolazione. Ma chi sono questi consumatori dal nome insolito? Letteralmente, si tratta di “vegetariani flessibili”, in quanto il termine deriva da “flexible”, flessibile, e “vegetarian”, vegetariano. Dunque sono coloro i quali di base sono vegetariani, ma si concedono saltuariamente della carne, non per questo inficiando la propria idea di fondo. Per alcuni è una fase di transizione che porterà poi a una scelta più radicale, per altri invece resterà uno stile alimentare consolidato. I più convinti sono i giovani, che affermano di preferire le proteine vegetali sia per un tema di salute, sia perché impattano meno a livello ambientale, sia perché si dicono contrari ai metodi utilizzati negli allevamenti intensivi. Secondo l'indagine Eurispes del 2024, l'85% continua a seguire una dieta onnivora, mentre il 9.5% è vegetariano, con un aumento del 3% rispetto all'anno precedente. Negli ultimi 10 anni non si era mai arrivati ad un dato così alto, nonostante un 5% abbia dichiarato di essere un ex vegetariano. Siamo dinanzi ad un trend ormai consolidato, dopo alcuni anni negativi, e che porterà, stando a uno studio condotto da Precedence Research, a raggiungere a livello planetario i 65,4 miliardi di dollari di fatturato nel 2030, dopo che il 2021 aveva chiuso con 26,83, grazie ad un tasso di crescita annuo del 10,41%.