Domenica 5 Maggio 2024

Opocrin investe in nuove molecole per migliorare la qualità della vita

Federico Saetti, 37 anni, amministratore delegato

Federico Saetti, 37 anni, amministratore delegato

APPENA FUORI MODENA, e precisamente a Formigine, si trova la sede di un vero e proprio ‘fiore all’occhiello’ modenese nel settore farmaceutico. È la Opocrin Spa, azienda che si occupa di ricerca, produzione e commercializzazione di materie prime ad uso farmaceutico derivate da organi e tessuti animali. Una realtà che ha alle spalle quasi 60 anni di esperienza e che pienamente lanciata verso il futuro: "Siamo alla terza generazione", precisa Federico Saetti, 37 anni, amministratore delegato. "Opocrin è stata fondata nel 1964 come piccolo laboratorio di ricerca su principi attivi biologici, da mio nonno materno, Pietro Bianchini, riconosciuto e stimato farmacologo dalla comunità scientifica internazionale. Nel 2007 è subentrato mio padre che nel 2017 mi ha passato il testimone. In realtà io ero entrato in azienda già nel 2007, a 21 anni, partendo dal basso, dalla produzione, fino ad arrivare al commerciale, poi sono diventato direttore generale e ora amministratore delegato. Era già nel mio Dna, si può dire che sono nato e cresciuto in azienda. Nel 2007 facevamo 15 milioni di euro di fatturato, per il 2022 pensiamo di toccare quota 230 milioni di euro, passando da 116 dipendenti a 375 attuali. E siamo solo all’inizio: abbiamo tutte le caratteristiche di una start up ‘matura’ di 60 anni".

"Siamo nati producendo principi attivi - prosegue l’imprenditore -. La nostra specialità sono l’eparina e i suoi derivati, per i quali siamo leader mondiali, che vengono utilizzati anche nel trattamento del Covid. Con l’acquisizione della Omikron, avvenuta lo scorso, oltre a produttori dei principi attivi siamo diventati anche azienda farmaceutica e market leader nel trattamento del glaucoma. Abbiamo investito molto in questi anni per sostenere la crescita della nostra azienda: la mia generazione ha ereditato una piccola realtà dell’artigianato del farmaco e ora la stiamo trasformando in una vera e propria azienda farmaceutica; i nostri prodotti si trovano nelle farmacie e negli ospedali".

Dunque, sono due i filoni seguiti da Opocrin: rendere accessibili terapie molto costose a un pubblico più ampio che altrimenti non potrebbe utilizzarle, attraverso prodotti complessi a elevato contenuto tecnologico; in secondo luogo investire in nuove molecole sotto il segno dell’innovazione. "Si pensi all’eparina – spiega Saetti –. Ho portato avanti gli studi di mio nonno, dimostrando che il suo utilizzo non si esaurisce con quelle che sono le classiche indicazioni (anticoagulante e antitrombotico), in quanto contiene un insieme di molecole complesse che hanno varie proprietà farmacologiche, ad esempio possono essere utilizzate per favorire il travaglio delle donne sotto l’aspetto dell’approccio al parto. Cerchiamo opportunità laddove nascono le idee. Università e startup sono una priorità. Abbiamo recentemente promosso uno studio clinico con la nostra partecipata svedese Dilafor per migliorare il parto, società spin off dell’università Karolinska di Stoccolma. Stiamo investendo in una società del Regno Unito per studiare nuove indicazioni su eparine modificate per il trattamento di alcune patologie del tratto respiratorio. Abbiamo inoltre in sviluppo altre molecole complesse per il trattamento di malattie rare".

"Nostra mission – sottolinea – è intercettare questo potenziale e metterlo a disposizione dei clienti affinché siano disponibili nuovi approcci terapeutici a beneficio dei pazienti per migliorare la qualità della vita, oppure nei casi più gravi, per salvaguardarla". Come tutte la realtà imprenditoriali, anche l’azienda di Formigine ha dovuto fare fronte all’emergenza sanitaria: "Ci sono stati pro e contro. Alcuni prodotti hanno subito un impatto negativo per effetto del minor utilizzo da parte di talune categorie di pazienti. Produciamo farmaci salvavita spesso impiegati in interventi chirurgici che sono stati rinviati per fare spazio alla gestione dell’emergenza nonché per limitare le occasioni di contagio. Altri prodotti hanno controbilanciato questo trend, quindi tutto sommato l’impatto è stato contenuto. In azienda abbiamo messo in campo tutte le iniziative per salvaguardare la salute fisica e mentale delle nostre persone, dunque posso dire che la gestione sia stata ben condotta".

Una dimensione internazionale quella di Opocrin: "Gli approvvigionamenti di materie prime da società da noi controllate o collegate vanno dalla Cina, all’Europa e al Messico. La vendita avviene in oltre 80 Paesi, dal Giappone, agli Stati Uniti, e all’Australia senza considerare i molti paesi europei in cui esportiamo. Inoltre apriremo filiali farmaceutiche in Francia, Germania e Gran Bretagna. Siamo però profondamente orgogliosi delle nostre radici modenesi e formiginesi".

I progetti in cantiere sono "tantissimi – racconta ancora Saetti –. Nel 2023 ci saranno delle novità; il nostro obiettivo è di crescere come azienda e di dare sempre di più al tessuto economico e sociale, di Modena e non solo". Il segreto di tanto successo? "Lavorare molto".