Sabato 27 Luglio 2024
BRUNO
Economia

Il modo peggiore per difendere la competitività

Il sistema economico mondiale si interroga su come ritrovare un ordine che eviti conflitti bellici ed economici. Competitività e produttività diventano cruciali, con la Cina in primo piano. Gli USA restano un riferimento, ma l'Europa è divisa e poco competitiva. Dazi e mancanza di unità minano la situazione.

Villois

Il sistema economico mondiale, con Occidente e Stati Uniti da una parte, Cina e Asia dall’altra e arabi a schierarsi a proprio piacimento, si interroga su come procedere per ritrovare un ordine mondiale che eviti nuovi conflitti, non solo bellici, ma anche di natura economica. Il tema della competitività è diventato – insieme alla produttività, tempi e costi, investimenti e regole fiscali delle singole nazioni – quello conduttore, perché nel suo ambito si definiscono le condizioni di sviluppo e di riflesso quelle sociali per occupazione e salari. La Cina ha imposto, nell’ultimo quarto di secolo, la sua presenza nei mercati mondiali. La sua produttività è stata per un lungo periodo, oggi in ambasce, riferimento sia per il blocco occidentale che per gli emergenti, Africa in testa, dove i suoi insediamenti sono più numerosi di quelli statunitensi ed europei. Gli Usa hanno spinto, a vari livelli, la loro economia come nessun altro nel globo, restando riferimento industriale, economico e monetario dell’intero globo, pur risentendo della debolezza del blocco europeo. Il quale è basato sull’euro, ma è incapace di determinare una linea comune economica, finanziaria, fiscale, industriale ma anche sociale e formativa. A livello di scambi commerciali ha prevalso l’applicazione dei dazi che gli Usa applicano verso la Cina nella misura del 27%, mentre sono variabili, in rapporto ai prodotti, verso l’Europa. La quale, disunita com’è, applica i meno vantaggiosi, del 10%, verso la Cina e ricambia al ribasso quelli Usa, un singolare – e perdente – modo per difendere la propria competitività.