Milano, 16 dicembre 2023 – Uno spazio aperto tutti, dove non sono presenti solo agenzie governative, o grandi colossi dello spazio e dell’aeronautica: ora tra i protagonisti dello spazio ci sono anche, e soprattutto, le Piccole e medie imprese. In occasione della terza Giornata dello spazio, i cui festeggiamenti sono stati anticipati al 15 dicembre, emerge dagli interventi tenuti ieri da diversi esponenti, tra cui il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, quanto la collaborazione tra privato e pubblico sia fondamentale per lo sviluppo del settore aerospaziale e come le Pmi siano diventate i veri protagonisti di questa scena.
Settore aerospaziale per lo sviluppo economico del Paese
Il settore aerospaziale è un ambito trainante dello sviluppo del nostro Paese, sia in via diretta, per le capacità che offre in termine di esplorazione, programmazione e creazione di infrastrutture, ma anche in via indiretta, per le positive ricadute economiche che genera. Il territorio italiano è culturalmente legato a una tradizione spaziale avviata già all’inizio degli anni ‘60. Nel tempo, ad ereditare questa ricchezza di idee, non sono state solo le grandi aziende spaziali, ma anche un vero e proprio ecosistema di Piccole e medie imprese, che forniscono prodotti e servizi specialistici di ottima qualità. “Per il solo comparto spaziale italiano, sono 50 le imprese membri di Aiad, che in termini di occupazione e fatturato rappresentano il 90 per cento dell’intero comparto nazionale. Un settore, quello spaziale, che in Italia include ad oggi 200 imprese, di cui l’80 per cento sono piccole e medie imprese”, è quanto ha riferito Carlo Festucci, segretario generale di Aiad, la Federazione, membro di Confindustria, in rappresentanza delle Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. Per quanto riguarda la distribuzione geografia di queste aziende, “La concentrazione è maggiore in Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia”, fa sapere Festucci.
Pnrr e investimenti privati
Lo sviluppo del settore resta, tuttavia, ancora fortemente influenzato dalla disponibilità di risorse pubbliche destinate a sostenere i programmi: “E' risultata fondamentale l’attenzione rivolta allo Spazio anche attraverso il Pnrr, espressione della volontà di essere ancora protagonisti in questo settore, e che ha creato soprattutto le premesse verso una vera integrazione delle attività spaziali con regioni, infrastrutture, capacità e creazione della filiera nazionale”, ha commentato Festucci. Il Pnnr ha assegnato circa un miliardo di euro all’agenzia spaziale europea, in team integrato con Asi, per la realizzazione di Iride, la costellazione di satelliti che permetterà l’osservazione della superficie terrestre, i cui diversi segmenti sono stati realizzati tutti da aziende italiane. Ma imprese italiane stanno operando attivamente anche nel programma Artemis della Nasa, che punta prima all’esplorazione della Luna e poi del pianeta rosso, Marte. “Oggi la prima stazione spaziale lunare la sta costruendo l’Italia, tre moduli pressurizzati, due attraverso contributo Esa e uno direttamente con Nasa. In questo c’è il fondamentale contributo della filiera italiana, circa l’85 per cento dei moduli pressurizzati – eccellenza della nostra industria spaziale - è prodotto, sviluppato e progettato in Italia da una filiera di grande livello”, commenta Festucci.
Export
L’ambizione ora è quella di mettere a sistema competenze e capacità industriali, per aumentare la dimensione export anche nel settore aerospaziale: "L’Italia può e deve fare un ulteriore salto strutturale in avanti e cogliere questa opportunità per far crescere competenze industriali di tutto l’ecosistema, le piccole imprese, i centri di ricerca, le grandi imprese capaci di fare integrazione e di avere la massa critica per l’impatto nei mercati globali", conclude il segretario generale di Aiad.