Venerdì 26 Luglio 2024

Detrazioni edilizie, come regolarsi

Cosa sono e come funzionano le detrazioni fiscali per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio

Spese per detrazioni edilizie - Crediti iStock Photo

Spese per detrazioni edilizie - Crediti iStock Photo

Roma, 6 giugno 2024 – In Italia, specie nel corso degli ultimi anni, per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio sono previste delle importanti agevolazioni fiscali. Più nello specifico, alcune spese sostenute per i lavori che interessano le singole unità abitative o le parti comuni di edifici condominiali possono essere portate in detrazione.

Spese per detrazioni edilizie - Crediti iStock Photo
Spese per detrazioni edilizie - Crediti iStock Photo

Fino al 31 dicembre 2024 è prevista una detrazione del 50 per cento sulle spese di ristrutturazione che hanno un ammontare massimo (per ciascuna unità immobiliare e le sue pertinenze) di 96mila euro. A questo si aggiunge che ogni contribuente ha diritto a ricevere la detrazione annuale che gli spetta nei limiti dell’Irpef dovuta dall’anno nell’anno di riferimento: ogni rimborso eccedente le somme dell’imposta, dunque, non è da considerarsi valido.  

Come funziona la detrazione edilizia

Il meccanismo di detrazione delle spese edilizie prevede che la stessa venga ripartita in 10 quote annuali di pari importo, con la prima che viene concessa nell’anno in cui si è sostenuta la spesa.

È bene tuttavia sottolineare che la detrazione per gli interventi di recupero edilizio non ha natura cumulabile con l’agevolazione fiscale prevista per gli stessi interventi dalle disposizioni sulla riqualificazione energetica degli edifici (dove la detrazione è al 65 per cento). In caso di lavori congiunti, dunque, spetta al contribuente scegliere di quale delle due detrazioni usufruire.

Come ottenere la detrazione edilizia

Per richiedere la detrazione edilizia è stato messo in pratica un meccanismo semplificato e ridotto, visto l’aumento dei richiedenti. Il contribuente avente diritto deve infatti limitarsi a indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce il titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.

Approfondisci:

Piano Casa: così si potranno sanare le piccole irregolarità

Piano Casa: così si potranno sanare le piccole irregolarità

È necessaria inoltre:

  • la comunicazione (tramite raccomandata A.R. o altre modalità stabilite dalla Regione) all’Azienda sanitaria locale di una serie di informazioni quali le generalità del committente dei lavori e l’ubicazione degli stessi, la natura dell’intervento da realizzare, i dati identificativi dell’impresa esecutrice dei lavori con esplicita assunzione di responsabilità, da parte della medesima, in ordine al rispetto degli obblighi posti dalla vigente normativa in materia di sicurezza sul lavoro e contribuzione, la data di inizio dell’intervento di recupero. Tale comunicazione non è sempre prevista, ma va fatta solo nei casi in cui i decreti legislativi relativi alle condizioni di sicurezza nei cantieri prevedano tale obbligo
  • la comunicazione all’Enea relativa ai lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici. Tale pratica deve essere svolta solo quando l’intervento mira a un risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili. La comunicazione, per gli interventi terminati nel 2022, deve essere trasmessa entro 90 giorni dalla data di fine lavori, attraverso il sito https://bonusfiscali.enea.it/.

Come pagare i lavori

Per ottenere la detrazione edilizia è necessario dimostrare di aver sostenuto dei lavori specifici. Ecco dunque che, ai fini della tracciabilità, questi dovranno essere pagati con bonifico bancario o postale nei quali devono essere espressamente indicati:

  • la causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento
  • il codice fiscale del condominio, dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento, se i lavori interessano parti comuni condominiali.

In presenza di spese che non possono essere pagate con il bonifico, come ad esempio gli oneri di urbanizzazione, i diritti per concessioni, le autorizzazioni e le denunce di inizio lavori, le ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti o le imposte di bollo, si può optare per un’altra modalità di pagamento.