New York, 17 aprile 2018 - Il Fmi rivede al rialzo le stime di crescita per l'Italia: dopo il +1,5% del 2017, il Pil 2018 salirà dell'1,5%, ovvero 0,1% punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio. Per il 2019 la crescita viene confermata all'1,1%. I dati sono contenuti nelle tabelle del World Economic Outlook, il rapporto sull'economia globale dell'Fmi redatto nell'ambito degli Spring Meetings, che da giovedì prossimo entreranno nel vivo a Washington, negli Stati Uniti.
L'Italia accelera dunque nel 2018. Ma resta fanalino di coda di Eurolandia, che sperimenta tassi di crescita più alti. La Germania cresce infatti quest'anno del 2,5%, la Francia del 2,1% e la Spagna del 2,8%. La Grecia crescerà del 2,0%. Madrid e Atene sono però alle prese con tassi di disoccupazione molto più elevati di quello dell' Italia.
Per il 2019, le previsioni sono rimaste invariate rispetto ai calcoli fatti a gennaio, ma sono aumentate di 0,2 punti rispetto al Weo dell'autunno. Nel 2016 - ricorda il Fondo - il nostro Paese aveva registrato un'espansione dell'1,1% e nel 2015 dello 0,9 per cento. Per il 2023, l'istituto di Washington prevede ancora un Pil italiano pro capite in rialzo dello 0,8% (per le stime legate al periodo 2020-2022 bisogna aspettare la pubblicazione, prevista domani, del Fiscal Monitor). Secondo l'Fmi, però, "l'incertezza politica fa aumentare i rischi per l'attuazione delle riforme o la possibilità di modifiche all'agenda delle politiche" previste. Il tasso di disoccupazione, poi, resta alto, ma in miglioramento: il Fondo monetario internazionale stima un tasso per quest'anno al 10,9% e nel 2019 al 10,6%, sopra la media nell'Eurozona prevista rispettivamente all'8,4% e all'8,1 per cento; peggio dell' Italia, solo Grecia (19,8% nel 2018 e 18% nel 2019) e Spagna (15,5% e 14,8%). Nel rapporto, il Fondo monetario sostiene poi che una "riforma della contrattazione collettiva per permettere una maggiore flessibilità aziendale dovrebbe aiutare ad allineare i salari alla produttività". Infine, l'invito ad abbassare il debito pubblico.
"L'incertezza politica aumenta i rischi per l'attuazione delle riforme e quelli per un possibile riorientamento dell'agenda politica", afferma il Fmi citando i casi di Brasile, Colombia, Italia e Messico.
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