Mercoledì 24 Aprile 2024

Silicon Valley Bank, Cottarelli: "Siamo più forti, ma mai al sicuro dai terremoti Usa"

L’economista: il rischio di crisi globale esiste. "Intervenire sui tassi d’interesse è giusto. Semmai l’errore è stato iniziare troppo tardi"

Roma, 15 marzo 2023 - "Mi viene in mente un genitore che vede un figlio cascare da un albero. Invece di vietargli la salita gli dice che può farlo, ma solo se si protegge. L’attuale sistema finanziario è così: abbiamo fatto molto per limitare l’eventualità di una crisi, ma non siamo del tutto al sicuro". L’economista e senatore Pd Carlo Cottarelli non drammatizza dopo il terremoto innescato dal crac di Silicon Valley Bank.

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli

"Le probabilità di una crisi come quella dei mutui subprime sono ancora basse. Perché il sistema finanziario si è molto rafforzato ed è in grado di sostenere un aumento dei tassi di interesse. Ma il rischio di una crisi globale non è così limitato come dovrebbe essere. È vero che ci sono stati passi in avanti sul terreno della regolamentazione bancaria. Ma molti interventi fatti nel 2010 negli Usa sono stati poi disfatti da Trump. Anche per questo Svb ha potuto operare con un capitale proprio non adeguato".

Quindi, è colpa della deregolamentazione del sistema? "Dobbiamo ricordare che Trump ha allentato la Volcker Rule, dal nome del presidente della Fed. È caduta, sia pure in parte, la distinzione fra banche commerciali e di investimento, che aveva consentito una maggiore protezione nel settore finanziario. Si è tornati alla regolamentazione bancaria che consentiva agli istituti di fare tutto purché avessero capitali".

Gli Usa sono davvero distanti, non rischiamo il contagio? "Siamo sicuramente più forti e blindati rispetto agli Usa. Ma in un mondo globalizzato, in cui i settori finanziari sono interconnessi e dove c’è una grande libertà di movimento di capitali, è evidente che se accade qualcosa di grosso negli States, ci saranno conseguenze per noi".

Con la crisi del 2008 le banche centrali capirono tardi il pericolo. Oggi sembra si siano mosse troppo in fretta. "Non sono d’accordo. Anzi, a mio parere, sono intervenute troppo tardi. Se avessero cominciato ad agire già nel 2021, con un aumento graduale dei tassi, forse avremmo evitato questi problemi. Invece, la salita è stata repentina. E in un mondo abituato a tassi di interesse negativi, era inevitabile che qualche banca ci andasse di mezzo.

La presidente della Bce, Christine Lagarde non ha colpe? "Non credo che la Bce stia esagerando. Il livello attuale dei tassi è giusto se consideriamo l’andamento dei prezzi. Negli ultimi mesi, il livello dell’inflazione, escludendo il costo dell’energia, si è attestato sul 5%. I tassi, anche considerando il prossimo aumento a fine marzo, sono al 3,5%. Era inevitabile".

Non sarebbe stato meglio tenere più alto il livello dell’inflazione, sia pure per un periodo limitato, evitando contraccolpi finanziari così pesanti? "Sarò sincero: da percettore di reddito fisso, a me l’inflazione dà molto fastidio. Per chi ha soldi in banca, per i risparmiatori, nel 2022 c’è stata la più grossa patrimoniale mai registrata in Italia, quasi il 12% in meno di potere di acquisto. E pensare che ancora ricordiamo la patrimoniale di Amato sui conti correnti che era dello 0,6%..."

Il nostro Paese riuscirà a reggere il colpo dell’aumento dei tassi nonostante il debito pubblico da record che si ritrova? "Per ora lo Stato ci ha guadagnato, i tassi di interesse sono aumentati molto meno dell’inflazione e, non a caso, il debito pubblico è sceso di 2,5 punti più del previsto. La situazione potrà cambiare nel medio e lungo periodo, ma per ora, i tassi reali sono ancora negativi".

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