Se ne parla già dai tempi dell’introduzione del superbonus sull’edilizia, ma il tema dell’efficientamento energetico delle abitazioni è tornato improvvisamente d’attualità all’indomani dell’approvazione, da parte del Parlamento europeo, del testo della cosiddetta direttiva ‘Case green’: si chiama così, infatti, il pacchetto di norme pensate per incentivare la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi ad alta efficienza energetica in tutto il territorio europeo.
Case green, guida al bonus 2023: a chi spetta, come e quando richiederlo
La Ue e la Direttiva Case Green
Sebbene si tratti soltanto di un primo passo nel lungo iter di approvazione previsto dal diritto dell’Ue, in tanti si stanno già domandando in quale classe energetica si collochi la propria abitazione, e come fare per adeguarsi alla normativa. È bene ricordare, infatti, che un edificio viene classificato secondo le possibili classi energetiche di riferimento in A+, A, B, C, D, E, F, G:
- La A+ è la classe meno dispendiosa, in cui si collocano case con consumi inferiori ai 15 kWh/mq all’anno
- La G è, invece, la classe più energivora, rappresentando edifici con consumi superiori a 160 kWh/mq annui.
Secondo i dati Istat, nel nostro Paese sarebbero almeno 12 milioni gli edifici residenziali nella categoria G.
Come si fa, dunque, a sapere in quale classe energetica si trova la nostra abitazione? Ecco una breve guida per orientarsi.
L’attestato di prestazione energetica (Ape)
La classe energetica di un edificio è riportata su un documento chiamato Ape o Attestato di prestazione energetica che, ai sensi della Legge n. 90 del 3 agosto 2013, sostituisce quello che prima era l'Attestato di certificazione energetica, o Ace.
Chi lo rilascia?
Il documento rappresenta la certificazione descrittiva delle caratteristiche energetiche degli edifici, redatta da un tecnico abilitato. Il ‘certificatore energetico’ (questa la definizione attribuita dalla normativa al tecnico abilitato) effettua l'analisi energetica dell'edificio tenendo conto di diversi aspetti, fondamentali per definire le caratteristiche della struttura immobiliare.
L'analisi
Si parte dall’analisi di pareti e infissi e dei sistemi di condizionamento dell'aria calda e fredda, poi si passa allo studio dell'impianto installato e si accerta l'eventuale presenza di sistemi di produzione di energia rinnovabile (come i pannelli solari). A conclusione di tali verifiche, il certificatore sintetizzerà le caratteristiche dell'edificio con la cosiddetta ‘targa energetica’. Oltre alla classe energetica, l’Ape riporta altre importanti informazioni, dal tasso di emissioni di anidride carbonica alla quantità annua di energia consumata. È obbligatorio munirsi di Ape nel caso si intendano affrontare lavori di ristrutturazione importanti (con richiesta di eventuali bonus edilizi) o qualora si intenda vendere o cedere in locazione l’abitazione.
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Il calcolo "fai da te"
Indipendentemente dalla diagnosi energetica puntualmente compiuta dal tecnico certificatore, è possibile farsi un’idea della classe energetica in cui si colloca la propria abitazione attraverso semplici valutazioni, alla portata anche dei non addetti ai lavori. Si può partire dall’analisi del cosiddetto ‘involucro edilizio’ (la casa ha un cappotto termico?), per passare dunque a quella dei serramenti (la casa è dotata di infissi a doppio vetro e di sistemi di schermatura solare?), fino ai sistemi di climatizzazione e illuminazione (sono stati installati di recente? Prevedono apparecchiature non inquinanti e ad alta efficienza energetica?). Se la risposta a tutte queste domande è negativa, è molto probabile che l’abitazione non vada oltre le classi energetiche più ‘basse’, ovvero F e G. Potrà migliorare le prestazioni – e garantire, quindi, il ‘salto’ a una classe energetica superiore – l’installazione di impianti in grado di sfruttare le energie rinnovabili (ad es., i pannelli solari).
Come migliorare la classe energetica di un edificio?
Occorrerà mettere in atto degli interventi di riqualificazione energetica: i più comuni ed efficaci sono, appunto, la realizzazione del cappotto termico, la sostituzione degli infissi e la sostituzione di impianti di climatizzazione e illuminazione obsoleti. Oltre all’installazione di pannelli solari, è bene anche installare dei sistemi di gestione della ventilazione naturale e del raffrescamento passivo (per limitare i consumi dei condizionatori in estate) e introdurre dei sistemi di monitoraggio e contabilizzazione dell’energia consumata in tempo reale dall’edificio. I vantaggi di una riqualificazione, si sa, sono numerosi: dalla riduzione dell’impatto ambientale dell’edificio all’aumento del comfort degli ambienti interni, fino alla sua rivalutazione in termini economici, dovuta al passaggio a classi energetiche superiori.