Lunedì 29 Aprile 2024

Brexit, trade war e trimestrali: i mercati finanziari s’interrogano «Ma torna la voglia di investire»

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MILANO

UN INIZIO d’anno con il vento in poppa per i mercati. Poi è arrivata la frenata di maggio e il ritorno al rialzo dell’ultimo periodo. Ma qual è il clima finanziario per gli investitori alla vigilia dell’estate? «I temi di fondo sono i medesimi da inizio anno: crescita globale sostanzialmente positiva, tassi di inflazione stabili, premi al rischio favorevoli ai mercati azionari rispetto a quelli obbligazionari – esordisce Gianfranco Venuti, responsabile Investimenti e Wealth Management di Banca Aletti (Gruppo Banco Bpm) –. Quello che si è modificato, invece, nel corso dei primi sei mesi sono argomenti di natura monetaria e di commercio internazionale. Attualmente i mercati vivono una fase di calma relativa in attesa della risoluzione di tre punti di incertezza: conclusione della guerra commerciale tra Usa e Cina, esito dei negoziati per la Brexit e risultati delle trimestrali. Solo nel caso di una conclusione soddisfacente delle tre variabili, il rally dei mercati azionari potrà trasformarsi in un trend ancora affidabile e duraturo intervallato da brevi fasi di volatilità».

Quali sono le principali incognite?

«Le incognite possono essere di natura fondamentale e di natura esogena. Per le prime, legate essenzialmente alla tenuta della crescita, le banche centrali hanno dimostrato massima allerta e soprattutto sono state capaci di impiegare efficacemente strumenti di politica monetaria per sostenere l’economia e la stabilità dei prezzi. Le variabili esogene, invece (Brexit, trade war, instabilità geopolitica) sono obiettivamente quelle che preoccupano di più perché portatrici di eccessi comportamentali».

Sta tornando davvero la voglia di riprendere la corsa?

«Sta ritornando l’attenzione ad investire e a non abbandonare indiscriminatamente gli attivi. In questa fase del ciclo macroeconomico maturo e contrassegnato da una reflazione dei prezzi delle attività quotate, è necessario essere selettivi, preparati ad affrontare fasi interlocutorie di volatilità con portafogli diversificati anche nella componente valutaria».

Qual è la strategia corretta da adottare per chi pensa di investire in questa fase?

«E’ sempre quella che parte dal presupposto di una giusta diversificazione. Per raggiungere i nostri obiettivi di rendimento e contenimento della volatilità pensiamo che sia fondamentale investire in qualunque tipologia di asset a prescindere da un benchmark. In questo modo possiamo identificare quale livello di rischio assumere e quali strategie combinare per soddisfare le esigenze degli investitori. In questi termini, riteniamo che l’abbinamento di gestioni patrimoniali con fondi ad ampia delega e specifici fattori d’investimento come il value o il dividend possa offrire un vantaggio decisivo al risparmiatore finale».

Come scegliere tra liquidità, bond e azioni?

«L’asset allocation va approcciata avendo cura di rispettare l’appetito per il rischio di ciascun investitore. La fase di mercato che stiamo attraversando - tassi reali negativi e quotazioni azionarie che testano i massimi in uno scenario caratterizzato da incertezze esogene più che fondamentali - invita ad un’attenta valutazione delle opportunità e dei rischi ad esse connesse. In questi termini, è tuttavia necessario tener presente, soprattutto per i profili di rischio più conservativi, che bassinegativi tassi d’interesse, si traducono in bassinegativi ritorni sul capitale investito».

Come può avvenire la diversificazione tenendo conto di 20, 50 o 100mila euro?

«Preferiamo strumenti quali polizze tradizionali, polizze multiramo e il giusto mix di strategie attive sui fondi. In ordine generale, la diversificazione è costruttiva sia per patrimoni contenuti che, a maggior ragione, per ampie disponibilità. Diversificare non significa accumulare. Pertanto è indispensabile analizzare le correlazionidecorrelazioni dei prodotti prima di inserirli in portafoglio per evitare dannose sovrapposizioni di rischio e penalizzanti duplicazioni di costi».

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