Mercoledì 24 Aprile 2024

Blockchain nella moda, nell'agroalimentare e nella mobilità. I vantaggi per le industrie

Sono tanti gli esempi di startup e aziende che si basano sulla tecnologia di verifica e condivisione delle transazioni e dei dati in modo sicuro e tracciabile. Dai passaporti digitali per i vestiti di BlockVISION alle etichette intelligenti di Genuine Way, fino alle applicazioni nel settore automotive

ROMANIA CRYPTO CURRENCY CONVENTION

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Si sente sempre più parlare delle ‘blockchain’ e del grande potenziale che portano con sé. Le blockchain sono nello specifico una ramificazione dei ‘registri distribuiti’ (o ‘distributed ledger’, in inglese), una tecnologia basata su una rete informatica che consente di gestire, sincronizzare e verificare in maniera sicura e inequivocabile - attraverso la crittografia - un sistema di dati e informazioni (come le transazioni, ad esempio), senza ricorrere a enti centrali di verifica (come le banche o altri): questa potrebbe essere una definizione semplificata. Tracciabilità, sicurezza e condivisione possono essere definiti i tre pilastri fondamentali delle blockchain. In parte è stato spiegato sulle pagine di quotidiano.net quando si è parlato dei Non-fungible token. Ma quali sono le effettive applicazioni delle blockchain, tralasciando gli Nft e le criptovalute, che finiscono spesso per portare confusione? Cosa succede se il sistema delle ‘catene’ incontrasse alcuni settori come moda, cibo, mobilità e diventasse parte integrante di aziende e start-up, dando vita a nuovi modelli di business e aprendo prospettive mai viste prima? Per spiegarlo, occorre ricorrere direttamente ad alcuni esempi.

Blockchain e moda, il caso della startup BlockVISION

Nel settore della moda, è significativo il caso di ‘BlockVISION’: una startup nata nel 2021 a Torino con l’obiettivo di rivoluzionare l’industria della moda attraverso la tecnologia delle blockchain, garantendo la tracciabilità della catena produttiva e la qualità dei prodotti stessi. Non solo: l’obiettivo è anche quello di ottimizzare l’impatto ambientale e sociale. Il tutto, attraverso un ‘passaporto digitale’ per i vestiti in grado di raccontare, anche inquadrando con la fotocamera un semplice Qr code, “l’incredibile viaggio che gli indumenti compiono” prima di arrivare a destinazione. I vestiti, in effetti, hanno una storia da raccontare di cui spesso si conosce poco o nulla. E così, grazie al passaporto digitale di BlockVISION, non solo è possibile capire il reale impatto del prodotto sull’ambiente - dall’inquinamento prodotto per i materiali grezzi o per il packaging -, o l’origine dei vestiti stessi (tra spedizioni e non solo), ma anche capirne la reale qualità, le giuste modalità di trattazione (per lavarli o sistemarli, ad esempio) e altro ancora. Il tutto, con incredibili benefici anche a livello di business: non solo si stima “un aumento del 400%” sui primi acquisti, ma anche una crescita della fidelizzazione dei clienti, sempre più soddisfatti di sapere realmente cosa indossano e da dove provengono i propri capi preferiti.

L'agroalimentare e le blockchain, cosa raccontano le etichette intelligenti

Ma i casi di studio di applicazione delle blockchain in diversi settori non si limitano alla moda: un altro Vaso di Pandora già scoperchiato è quello relativo al cibo. L’industria del ‘food’ già da anni utilizza la tecnologia delle ‘catene di blocchi’, sempre sinonimo di qualità e tracciabilità. Ne è un esempio Genuine Way, startup che promuove un consumo alimentare sostenibile raccontando - sempre attraverso un Qr code - la storia e l’origine degli alimenti a chi li acquista: è successo, ad esempio, con l’aceto di Mele della nota azienda Ponti. La tecnologia di Genuine Way è pensata soprattutto per promuovere i prodotti Made in Italy (di questi tempi, un termine molto gettonato) ed è adatto alle piccole e medie imprese che desiderano farsi conoscere maggiormente. La società di software ha messo in campo così la digitalizzazione dei prodotti in ambito agrifood con etichette intelligenti, che ne raccontano il percorso dal campo alla tavola, con benefici sia per chi vende, sia per chi acquista.

Dai pass digitali per le auto ai sistemi di monitoraggio del traffico, tanti usi nel settore automotive

Non da ultimo, il settore della mobilità, sempre più in continua evoluzione grazie ai processi di elettrificazione e all’attenzione costante sulla tutela dell’ambiente. Per citarne una: BigChainDB, azienda che si occupa di database di blockchain già dal lontano 2015, ha sviluppato un’app chiamata ‘CarPass’ capace di raccogliere e illustrare tutte le informazione di un’automobile. Un identikit che riporta la proprietà, i fornitori di servizi scelti, la manutenzione, i danneggiamenti e così via. Oaken Innovation, invece, ha mostrato come sia possibile creare un casello autostradale attrezzato di tecnologia blockchain, che permetterebbe ad alcuni veicoli, come le Tesla, di pagare automaticamente al passaggio. Una sorta di Telepass incorporato, per quanto possa sembrare di difficile applicazione in Italia al momento. E ancora Renault, Volkswagen, Jaguar, Lamborghini: sono tantissimi i colossi interessati da tempio alle blockchain per l’industria dell’automotive, che permetterebbero una gamma incredibile di vantaggi per l’intera filiera e per i guidatori. Dall’autenticazione delle vetture d’epoca alla protezione dei sistemi di guida automatizzata da attacchi informatici, fino alla sicurezza stradale (con uno scambio continuo di dati verso le auto su traffico e incidenti) e al pagamento dei parcheggi. I vantaggi come si capisce sono tanti e, ovviamente, in continua espansione.

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