Mercoledì 24 Aprile 2024

Argentina, torna lo spettro default. Le ragioni della crisi

L'Argentina sembra ripiombare nello spettro del default: inflazione galoppante, recessione, svalutazione del peso. E nel Paese è caos per gli scioperi e per l'aumento di povertà e disoccupazione

Sciopero in Argentina (Ansa)

Sciopero in Argentina (Ansa)

Buenos Aires, 25 settembre 2018 - L'Argentina sembra ripiombare nel dramma del default: il valore della moneta è crollato rispetto al dollaro, la gente è in piazza per protestare contro i tagli e l'austerity, il governo perde pezzi importanti. Il presidente Mauricio Macri giura che il Paese non sarà insolvente e non si ripeterà il crac del 2002. Eppure i fondamentali dell'economia argentina sono in ginocchio e anche la popolazione non ne può più della crisi. Tra ieri e oggi centinaia di migliaia di persone sono scese in strada a Buenos Aires per scioperare contro le politiche del governo Macri. E, simbolicamente, lo sciopero generale (che ha bloccato soprattutto i trasporti: annullati tutti i voli), il quarto da quando l'ex presidente del Boca Juniors è alla Casa Rosada, avviene mentre lo stesso Macri si trova negli Stati Uniti per la sessione annuale dell'Onu. Ma negli Usa Macri ha anche un'altra incombenza: la richiesta dell'ennesimo prestito al Fondo monetario, indispensabile per scongiurare, o forse solo rinviare, il default.

L'Argentina attraversa una crisi economica durissima: l'inflazione è schizzata oltre il 40%, mentre il peso, la moneta locale, si è svalutato del 100% dall'inizio dell'anno, e la recessione ha provocato un crollo della produzione industriale e un aumento della disoccupazione e della povertà. In un Paese già paralizzato, Macri deve anche far fronte alle improvvise dimissioni del governatore della Banca centrale, Luis Caputo, considerato vicino al presidente e in carica solo dal mese di giugno. Caputo, nella veste di ministro delle Finanze, si è anche occupato dell'accordo con i fondi e gli obbligazionisti - compresi quelli italiani - che possedevano bond argentini in default. I "motivi personali" addotti come motivazione non spazzano via i dubbi e le preoccupazioni degli analisti: gli economisti argentini interpretano la mossa di Caputo come legata alle divergenze con il Fmi sulla politica monetaria. Il Fondo ha concesso infatti un prestito da 50 miliardi di dollari per stabilizzare l'economia e frenare la caduta del peso. E proprio per difendere la moneta, negli ultimi quattro giorni la Banca centrale era intervenuta vendendo centinaia di milioni di dollari, con la conseguenza di una flessione del biglietto verde e l'effetto collaterale dell'ennesimo calo della Borsa di Buenos Aires.

Ma al di là dell'economia finanziaria c'è quella reale. Il Paese ha sfiorato quota due milioni di disoccupati, il 9,6% della popolazione, il livello più alto degli ultimi dodici anni, a causa del calo di produttività del manifatturiero e del commercio, i settori che normalmente trainano il mercato del lavoro interno. Inoltre, secondo un'analisi dell'Onu, circa 4 milioni di argentini hanno gravi problemi di sicurezza alimentare: pesano la povertà diffusa e il modello economico di un'agricoltura intensiva votata all'export.

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