Martedì 30 Aprile 2024

Via Poma, la svolta dopo 32 anni. Un sospettato nel mirino dei pm

Caso riaperto grazie a un libro sul delitto della 20enne Simonetta. A Roma sono ripartiti gli interrogatori

Simonetta Cesaroni, uccisa nel 1990 a 20 anni

Simonetta Cesaroni, uccisa nel 1990 a 20 anni

Si riapre il caso Cesaroni, l’omicidio della segretaria romana di 20 anni ammazzata il 7 agosto 1990 con 29 coltellate nell’ufficio di via Poma in cui lavorava. La procura avrebbe riavviato l’attività istruttoria ascoltando testimoni dell’epoca tra cui l’allora dirigente della Squadra mobile di Roma, Antonio Del Greco. Le nuove indagini, anticipate dal Foglio, riguarderebbero un sospettato che già all’epoca dei fatti finì nel mirino degli investigatori. Il suo alibi, a distanza di 32 anni, potrebbe essere smentito da nuovi elementi.

I pm avrebbero riavviato l’attività istruttoria ascoltando alcuni testimoni dell’epoca. Proprio Del Greco, insieme al giornalista Massimo Lugli, aveva scritto un libro sulla vicenda due anni fa. "Non si tratta dei soliti sussurri da corridoi di palazzo di giustizia ma di un meccanismo giudiziario già avviato e che sta marciando a pieno regime", scrive il quotidiano precisando che a dirigere le indagini è la pm Ilaria Calò, "lo stesso magistrato che sostenne l’accusa contro Raniero Busco, l’ex fidanzato della vittima condannato a 24 anni nel 2011 e poi assolto". La pm "ha già interrogato diversi testimoni e altri, in gran segreto, verranno convocati a piazzale Clodio nei giorni successivi. Gli sviluppi potrebbero essere totalmente imprevisti. Forse, stavolta, la pista è quella giusta", è l’anticipazione.

"Sono soddisfatto perché forse si arriverà al bandolo di questa matassa e si riuscirà a trovare il vero colpevole e liberare dal sospetto, che dura da 30 anni, una serie di personaggi assolutamente innocenti", commenta l’avvocato Paolo Loria, storico difensore di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni e assolto in via definitiva dall’accusa di omicidio per il delitto di via Poma. "Sento periodicamente Busco, sta superando lentamente questo trauma", aggiunge il penalista, ovviamente senza conoscere la nuova pista imboccata dai pm.

Diverse persone sono state accusate del delitto tra il 1990 e il 2011: dapprima Pietrino Vanacore, portiere dello stabile dove avvenne l’omicidio; poi Salvatore Volponi, il datore di lavoro della vittima; poi Federico Valle, il cui padre aveva uno studio nello stabile; infine Raniero Busco, fidanzato della Cesaroni, condanato in primo grado a 24 anni di reclusione nel 2011, poi assolto con formula piena in appello nel 2012 per non aver commesso il fatto (verdetto confermato Cassazione nel 2014).

Tra le piste alternative inizialmente vagliate dagli investigatori – e mai provate – anche collegamenti tra la morte della ragazza e attività illecite e di copertura dei servizi segreti, e anche una traccia riconducibile a rapporti oscuri tra alte gerarchie vaticane e banda della Magliana. Tutte ipotesi investigative fondate su qualche appiglio, ma rimaste senza prove. Tutti i sospettati dell’omicidio Cesaroni hanno avuto la vita sconvolta. A 20 anni di distanza dal delitto, il 9 marzo 2010, il portere dello stabile di via Poma Pietrino Vanacore si è tolto la vita gettandosi in mare in Puglia, a Torricella, e lasciando questo cartello: "Vent’anni di sofferenze e di sospetti ti portano al suicidio".