Sabato 20 Aprile 2024

Vertice al Cremlino Show di Putin e Xi "Trovata la base per parlare di pace"

La Cina pronta a mediare: a breve il colloquio con Zelensky. Il nodo dei territori annessi da Mosca con referendum farsa

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di Marta

Ottaviani

Il presidente Xi Jinping lascia Mosca, assicurando, sulla carta, di essere pronto a mediare perché la guerra finisca presto. Ma dalla capitale russa parte un’intesa in chiave anti occidentale che si è venuta via via delineando nella seconda giornata di visita ufficiale ieri. Il capo del Cremlino, Vladimir Putin, si è detto interessato all’ormai celebre piano cinese in 12 punti, che andrebbe a delineare un nuovo ordine mondiale sulle regole di Pechino, definendolo "una base per l’accordo di pace". Ma fra il dire e il fare, c’è di mezzo il fatto che le quattro regioni che la Russia ha annesso tramite referendum farsa sono ancora in parte controllate dagli ucraini e soprattutto non sono riconosciute dalla comunità internazionale.

Se Pechino dovesse considerarle soggetti federali russi, allora il cosiddetto piano di pace partirebbe con il piede sbagliato. La domanda che molti si pongono ora, è che cosa proporrà il presidente cinese al leader ucraino, Volodymyr Zelensky. La telefonata non sarà prima di due giorni. Troppi particolari da riordinare per una mediazione che per la Cina significherebbe la consacrazione plateale del fatto che la gestione dell’ordine mondiale non è più affare solo dell’Occidente. Ma i colpi da sparare sono pochi e le probabilità di riuscita ancora meno, quindi meglio calibrarli con attenzione. Probabilmente, il presidente cinese aspetta anche che vada via da Kiev il premier giapponese, Fumio Kishida arrivato nella capitale ufficialmente perché si trattava dell’unico capo di governo di un Paese del G7 a non avere ancora compiuto una visita in Ucraina.

Ma la coincidenza è sfuggita a pochi. In un mondo sempre più teso e polarizzato anche in Estremo Oriente sono piuttosto nervosi e così il numero uno nipponico, ha pensato bene di arrivare a Kiev dalla Polonia mentre quello del Dragone si trovava in Russia. Così, tanto per fare capire bene chi sta con chi. Significativo è anche il fatto che Kishida arrivasse dall’India, una potenza che se ne guarda molto bene dall’andare contro la Russia, ma che nel frattempo ha ridotto in modo significativo il quantitativo di armi acquistato da Mosca. Era stato proprio il premier nipponico, lo scorso anno, a mettere in guardia sul fatto che l’Ucraina aveva tutto il sapore di una prova generale per Taiwan. Se poi si legge la dichiarazione del ministero degli Esteri di Tokyo che lodava "il coraggio e la perseveranza del popolo ucraino", facile pensare che anche nel Sol Levante il piano di pace cinese scaldi poco i cuori.

Ma ieri le telecamere erano ancora tutte per i due alleati, con Xi Jinping che trattava Vladimir Putin come suo pari, quando in realtà il leader del Cremlino deve fare quello che dice la Cina più per necessità che per altro. Mosca ha comunque buoni motivi per risultare un partner appetibile e su cui investire, anche se l’entità degli investimenti di Pechino in alcune zone del Paese farebbero pensare più a una colonizzazione. Il progetto più importante è sicuramente la via dell’articolo, una rotta commerciale che costeggia le coste russe, non più gelate come prima a causa del global warming e che permetterebbe alla Cina di trasportare merci verso l’Europa in modo molto più veloce.