Domenica 5 Maggio 2024

Venti di guerra Missili balistici e jet I muscoli di Pechino spaventano Taiwan

Maxi esercitazione dopo la visita della Pelosi. Tokyo protesta. Taipei attiva i sistemi di difesa: "Ci prepariamo al conflitto"

di Giampaolo Pioli

Non appena Nancy Pelosi ha lasciato Taiwan i cinesi sono passati dalle parole ai missili e alle cannonate. Taipei ha fatto scattare le sue difese antiaeree e sostiene che 11 ordigni balistici siano caduti intorno alle sue coste creando una sorta di blocco aereo navale totale, mentre Tokyo accusa Pechino di aver preso come bersaglio anche la zona economica esclusiva del Giappone e ha chiesto ufficialmente l’immediata fine delle minacciose manovre militari ed esercitazioni (le più grandi della storia nella zona). Solo nella giornata di ieri altri 22 aerei da combattimento cinesi J-11, J-16 e Su-30 sono entrati nello spazio aereo di Taiwan superando abbondantemente quella che viene considerata simbolicamente la linea mediana dello stretto, a dimostrazione della loro superiorità militare. Le manovre a tenaglia potrebbe concludersi nelle prossime 72 ore dopo aver previsto anche un gran finale con un’enorme dispiegamento delle truppe di terra di Pechino pronte a una eventuale invasione dell’isola che conta 24 milioni di abitanti. Mentre le forze armate di Taipei hanno replicato di "non volere l’escalation e di sostenere il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra". Taiwan ha condannato le esercitazioni come "azioni irrazionali che minano la pace regionale", ma assicurando anche che l’esercito di Taipei "ha colto immediatamente le dinamiche di lancio, attivato i relativi sistemi di Difesa e rafforzato la prontezza al combattimento". A difesa della muscolarità imposta da Xi Jinping e condannata dalla Ue dall’Onu si è alzato solo Putin, per sostenere "il pieno diritto e la piena legittimità delle esercitazioni sul proprio territorio nazionale". Sul fronte asiatico la tensione sale e se le Borse avevano reagito con un cenno positivo alla fine del viaggio a Taipei della leder della Camera Usa, ieri le perplessità sulla sicurezza internazionale sono tornate ad affiorare, mentre proseguono i bombardamenti e gli attacchi russi in Ucraina. Al summit dell’Asean con tutti i leader asiatici al quale partecipa anche il segretario di Stato Usa, Blinken, America e Giappone hanno condannato la pericolosità di queste manovre militari, mentre Pechino ha convocato gli ambasciatori dei Paesi del G7 (compresa l’Italia) per esprimere l’indignazione per l’affronto subito con la visita della Pelosi. La morsa cinese nei confronti dell’isola non ha solo lo scopo di rallentare l’economa di Taiwan per i prossimi mesi, soprattutto nel settore di microchip. Le oltre 2 ore di telefonata fra il presidente Biden e l’omologo Xi Jinping, che pochi giorni fa hanno portato a uno scambio molto franco, non sono riuscite a consolidare l’impegno dei leader a rivedersi in un prossimo summit dal vivo in occasione del G20 di novembre. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno deciso di rinviare il test di un missile balistico intercontinentale (Icbm) per evitare una escalation di tensioni con la Cina. Lo scrive il Wall Street Journal, citando funzionari americani a conoscenza della decisione dell’amministrazione Biden. Il rinvio potrebbe essere di una decina di giorni. Un gesto di distensione dopo la dura reazione della diplomazia.