Lunedì 6 Maggio 2024

Un inno alla vita da questa foto di pura gioia

Davide

Rondoni

È il vero inno alla gioia. Cristina trova la figlia, partorita in coma, dopo due anni. La foto del loro incontro, dove tutta la fatica non è eliminata ma splende di gioia, è un umile capolavoro.

La nostra epoca va forte con l’intrattenimento, il divertimento, parla molto di benessere, sembra – ripeto sembra – godere un sacco. Ma con la gioia abbiamo un problema. È rara, come è rara la parola, sostituita da altre che ci danno meno disagio. Perchè la gioia, che è anche gioiello, esige una sorta di purezza. È un movimento puro, un sì puro alla vita.

La gioia non ha uno scopo particolare, non nasce da pratiche particolari. Nasce, come nella foto, dal chiarirsi del senso della vita. Per Cristina vedere sua figlia, poterla finalmente tenere in braccio è stato vedere il senso della sua vita. La gioia a volte pare senza senso, ma solo perché non ha un senso parziale, come possono avere godimento e divertimento. La gioia è toccare il Senso, con la maiuscola, di tutto. La gioia è il nostro essere che aderisce all’Essere, al motivo per cui esistiamo. Accade quando il senso dell’esistere si manifesta con i suoi segni potenti e ci rapisce quasi, facendoci traversare anni, fatiche, pene e facendoci tornare come bambini. La gioia non cancella gli affanni, ma li traversa come la luce traversa l’alabastro di certe vetrate nelle cattedrali.

Spesso ci sforziamo di essere contenti e affidiamo tali sforzi alla ricerca di divertimenti, godimenti, intrattenimenti. A certe fughe dalla realtà. Basta un giro sui social di ‘sti tempi e ecco un sacco di sorrisi in posa in viaggi, vacanze esotiche, cene di pesce. Tutto bello, certo. Ma la gioia non sempre appare. Anzi si ha a volte l’impressione di una compulsiva rincorsa ad apparire contenti.

Se il riso abbonda sulla bocca degli stolti, sul viso di Cristina c’è la gioia misteriosa, pura, eloquente.