Roma, 1 dicembre 2023 – L’aurora boreale potrebbe tornare a colorare i cieli italiani (meteo permettendo). Dopo lo spettacolo dello scorso 5 novembre, una nuova tempesta solare sta per colpire l’atmosfera terrestre (l’arrivo è previsto il pomeriggio di oggi). Potrebbe essere abbastanza intensa da generare il fenomeno delle aurore anche a basse latitudini, quindi anche in Italia.
“Secondo le previsioni della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense, la tempesta geomagnetica potrebbe raggiungere la classe G3 in una scala che va da G1 a G5, la stessa classe dell'evento del 5 novembre scorso, quindi abbastanza forte", dice all'ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste.
Cos’è una tempesta solare ‘cannibale’
La tempesta solare è una “violenta attività solare che si origina soprattutto nelle regioni attive, aree della superficie del Sole con alta concentrazione di campi magnetici”, recita la Treccani. Ve ne sono di due tipi, i brillamenti e le espulsioni di nubi plasma coronali. In questo caso assistiamo a entrambi i fenomeni. Al momento all’interno del sole è in corso un intenso brillamento, fenomeno esplosivo che dura da qualche minuto a un’ora, nei quali è emessa una quantità enorme di energia. La tempesta di cui oggi vedremo gli effetti è particolare. Viene definita dalla Nasa ‘cannibale’, perché “risulta da un’ espulsione di particelle cariche ad alta energia dall'alta atmosfera del Sole ( plasma coronale ndr), avvenuta il 29 novembre 2023, che andrà a inglobare ben tre emissioni solari risalenti al 28 novembre” – spiega Geopop – raggiungendo quindi un’elevata intensità.
Cos’è l’aurora boreale, perché è possibile anche in Italia
Quando le particelle emesse dal sole vengono in contatto con l’atmosfera terrestre si crea il fenomeno spettacolare dell’aurora polare. In base all’emisfero in cui accade, si definisce boreale o australe. Oggi dunque parliamo di aurora polare boreale.
Succede che il flusso di particelle cariche, (principalmente protoni ed elettroni) che compongono il cosiddetto vento solare viene deviato dal campo magnetico terrestre (la magnetosfera) e arriva a impattare l’atmosfera terrestre all’altezza del polo, Sud o Nord, – dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre e dalla posizione della Terra rispetto al sole – dove il campo magnetico terrestre è più debole. “Si generano così delle potenti correnti elettriche, l'energia in eccesso viene rilasciata improvvisamente, e in gran parte accelera gli elettroni”, spiega il CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche). Gli elettroni accelerati eccitano gli atomi dell’atmosfera trasferendo loro energia. Questa energia in eccesso accumulata viene liberata dagli atomi in forma di radiazione luminose”. Ossigeno e azoto possono emettere luce nel campo del visibile (verde nel primo caso, bluastra nel secondo) dando origine all’aurora.
Le aurore polari sono generalmente visibili a latitudini elevate, vicino ai poli. Ma in caso di forte attività solare possono ‘migrare’ verso le medie latitudini come quelle italiane. E’ quello che potrebbe accadere oggi, nei cieli liberi da nuvole.
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