Martedì 30 Aprile 2024

Torino, filmano prof e mettono video su Whatsapp: sospesi 22 studenti

Bufera sulla preside, i genitori: violate le leggi sulla privacy

Smartphone (Afp)

Smartphone (Afp)

Torino, 4 novembre 2015 - Sospesi per aver filmato i professori durante le lezioni. Ben 22 studenti della scuola media Costa di San Francesco al Campo, nel Torinese, sono finiti nel mirino della preside Adriana Veiluva, per aver registrato il filmato e per aver fatto circolare il video su Whatsapp. I provvedimenti firmati dalla Veiluva sono di diversa entità: si va dalla sospensione di un giorno per alcuni, a quella di qualche ora per la maggior parte degli allievi. 

LA STORIA -  A rivolgersi alla preside è stato un professore che ha sequestrato lo smartphone ad alcuni alunni che stavano ridendo di lui in classe. I cellulari sono stati controllati ed è a quel punto che sono venuti fuori diversi filmati e immagini corredate da commenti canzonatori dei ragazzi. Molti genitori, però, non hanno gradito l'intervento punitivo e, una volta che è stato notificato il provvedimento di sospensione, hanno chiesto di incontrare la dirigente in difesa dei loro figli. I genitori sostengono l'arbitrarietà della requisizione dei telefonini e averne visionato i contenuti, atti che violerebbero le leggi sulla privacy. Gli insegnanti della scuola stanno anche valutando l'organizzazione di una serie di incontri per i ragazzi sull'utilizzo corretto dei telefonini. La preside sta valutando l'opportunità di organizzare incontri per tutti gli iscritti dell'intero istituto comprensivo sul corretto uso dei telefonini. Per la vicenda, al momento, non è stata presentata alcuna denuncia.

LA PRESIDE - "I genitori - spiega la preside  - sono stati informati dell'accaduto e dei provvedimenti che avremmo adottato e oggi con coloro che hanno chiesto un incontro di approfondimento, perché hanno ritenuto la sospensione troppo severa, chiariremo volentieri la situazione perché siamo convinti sia un percorso di consapevolezza e corresponsabilità educativà". E aggiunge "I nostri ragazzi, confrontandosi sull'accaduto, hanno avviato un percorso di riflessione, mostrando maturità e questa riteniamo sia stata un'occasione di crescita per tutti".

LE REAZIONI - "Il caso fa capire ancora di più quanto sia indispensabile la media education - afferma Luca Borgomeo, presidente dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart - Questi ragazzi avevano fatto un corso di educazione ai media? E' stato spiegato loro che postare qualcuno su un social network lo espone a una possibile gogna?". E aggiunge  "Lo studio delle nuove tecnologie, dei nuovi mezzi di comunicazione è ancora molto limitato nelle nostre scuole. E le famiglie dovrebbero pretenderlo invece che arrabbiarsi se i loro figli vengono sospesi".

Sulla questione interviene anche Elena Centemero, deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia. "Filmare le lezioni in classe con il cellulare per poi dileggiare i docenti non è accettabile - dice -. Per questo, trovo condivisibile la decisione della preside". La Centemero spiega: "I telefoni dovrebbero rimanere fuori dalle aule scolastiche perché l'apprendimento richiede concentrazione". 

"La vicenda mette in luce la necessità di rafforzare la formazione dei genitori nell'educare i propri figli a un uso consapevole delle nuove tecnologie, a iniziare dal telefonino - dice la deputata Pd Vanna Ioriresponsabile nazionale del partito per l'infanzia e l'adolescenza -: riprendere i propri professori con i cellulari durante le lezioni e poi farli oggetto di scherno su Whatsapp è un atteggiamento inaccettabile, che va condannato".