Martedì 7 Maggio 2024

"Stanchi di promesse Ospedali allo stremo"

"Tanti? Pochi? Il vero problema è che probabilmente, per l’ennesima volta, quei soldi non li vedremo". Il professor Stefano Grifoni, direttore del Pronto soccorso di Careggi, a Firenze, non nasconde il proprio scetticismo di fronte alle misure in ambito sanitario della manovra. La bozza ipotizza un incremento, dal 2024, dei fondi per l’indennità riservata a chi lavora nei pronto soccorso, che passerebbe dai 90 milioni a 200 milioni, con un vincolo di spesa. Di questi, 60 milioni di euro andrebbero ai medici e 140 milioni al resto del personale.

Professore, cosa non la convince?

"Non entro nel merito della cifra. Dico che, da quando è iniziato il Covid, dei soldi promessi non abbiamo visto un euro. La somma stanziata dal ministro Speranza è stata inserita nel Piano d’indirizzo delle Regioni, a sua volta inviato al ministro e quindi portato al Consiglio dei ministri, nell’attesa del nuovo contratto. Per i medici, si parla di 27 milioni di Speranza e di 60 della nuova manovra, ma è difficile dire se, sommati, siano 87 o meno… Al momento per noi sono zero. E il tempo passa".

Com’è la situazione nei pronto soccorso?

"Pesante. Siamo pochi, stanchi e soggetti a continui stress. Siamo passati da essere considerati eroi durante la pandemia a diventare bersaglio di offese, se non di schiaffi e pugni, in una società sempre più povera e disperata. I cittadini ci aggrediscono soprattutto perché esasperati dalle lunghe attese, rispetto alle quali però possiamo fare poco: se i reparti sono pieni, non dipende dai pronto soccorso". Cosa servirebbe?

"Evitare la burocrazia e i rinvii. Il 2024 è lontano: siamo un Paese che rischia la recessione ed è probabile che, da qui ad allora, i fondi ipotizzati vengano stornati altrove. Se, come è giusto, si vuole dare un’indennità a chi lavora nei pronto soccorso, va fatto subito: occorre prendere una cifra e dividerla fra il personale. Il problema va affrontato oggi. Non lo si può rinviare ancora".

Lisa Ciardi