Lunedì 6 Maggio 2024

Napoli, assunti come spazzini: laureati in festa. Posto fisso per 200 giovani

Cerimonia e foto ricordo col sindaco nella sala d’onore del Comune. Una scena da film di Zalone

Foto ricordo dei nuovi spazzini assunti dal Comune di Napoli: in mezzo il sindaco (Ansa)

Foto ricordo dei nuovi spazzini assunti dal Comune di Napoli: in mezzo il sindaco (Ansa)

Napoli, 6 dicembre 2022 - Ricordate ‘Quo vado’, il blockbuster di Checco Zalone? Il maestro elementare si rivolge al piccolo Checco: "E tu da grande che vuoi fare?". La risposta è perentoria: "Il posto fisso". È davvero inconsueto che, mentre una ricerca di "Skuola.net" in collaborazione con "Elis", realtà no profit di formazione, rivela che nel post-diploma i giovani d’oggi preferiscono la libera professione o l’impresa privata, a Napoli ci sia l’assalto al posto fisso comunale. Un impiego stabile molto particolare perché non si tratta di stare seduti dietro a una scrivania di Palazzo San Giacomo, il municipio di Napoli, né si smanettare con uno dei computer del Comune partenopeo.

No, si tratta di timbrare il cartellino in una azienda integrata, l’Asìa, che, si legge sul sito, effettua i servizi di igiene ambientale: la raccolta differenziata, lo spazzamento, la raccolta del residuo indifferenziato e del trasporto rifiuti verso gli impianti di trattamento e selezione. In pratica pulizie dei quartieri, ritiro dei bidoni, incremento della differenziata che a Napoli è ferma al 25%. Tra i 200 assunti dal Comune di Napoli (altri 300 vincitori entreranno in servizio entro aprile 2023), 12 sono laureati, 169 con il diploma superiore e 19 con la licenza di scuola media. Il neoassunto più giovane ha appena 18 anni, mentre il primo classificato è Francesco Pio Letterese, diplomato in Sistemi informatici aziendali. Come si spiega la voglia di un posto fisso "comunque sia", senza più badare allo status o al prestigio che l’impiego può procurare presso la propria cerchia sociale? Prima di rispondere bisogna fare un passo indietro, al 30 settembre 2021 quando al padiglione 10 della Mostra d’Oltremare, nel quartiere di Fuorigrotta, si presentarono gli iscritti al concorso per 500 posti di apprendisti spazzini. Quanti ne erano? Una folla: dei 26.121 che avevano fatto domanda, se ne presentarono in 19.216. Gli idonei alla fine sono stati 3.900. Il motivo di questa affluenza così numerosa è duplice. Da una parte il dato sulla disoccupazione giovanile. A Napoli la crescita del non-lavoro assume contorni record: +3,9% tra il 2020 e il 2021 (dal 26,6 al 30,5%, per l’esattezza). Il che, in termini assoluti, significa 24 mila giovani in più a caccia di un impiego. I senzalavoro, in città, sono 113 mila. Dall’altro il fatto che i lavori umili e poco social, come quello di spazzino, non fanno più storcere il naso se riportano queste due caratteristiche: tempo indeterminato e buona retribuzione.

In una città in cui, come ricordava Massimo Troisi, la parola lavoro è sempre abbinata a qualche altra (a progetto, a partita Iva, in nero, con flessibilità etc), la possibilità di accaparrarsi il posto fisso non è affatto mortificante. "I lavori umili sono quelli più utili alla società perché sono essenziali, imprescindibili. Per cui meriterebbero illimitato rispetto e l’appellativo di ‘lavori per il bene comune’" dice Mario C., uno dei diplomati assunti per ripulire le strade cittadine. E di questo sono convinti anche i tanti genitori che nella sala dei Baroni del Maschio Angioino, dove si è tenuta la cerimonia di assunzione, con tanto di scatto con il sindaco Gaetano Manfredi, non stavano nella pelle. Emozionati, sorridenti, pronti a immortalare l’evento. Come se il figlio stesse per essere assunto al Parlamento di Strasburgo o in una bella banca a Zurigo.

Forse è proprio questo il cambio di prospettiva. Non solo perché la reputazione di banche e aziende da Ftse Mib è da anni parecchio in calo, ma anche perché restare a Napoli per i ragazzi (e le loro famiglie) è una priorità assoluta. Tanto da spingere molti di loro a non rispondere neppure alle chiamate oltre il Garigliano.